I senzatetto e tutte quelle persone che non hanno una situazione economica tale da permettersi visite specialistiche e controlli di routine, sono vittime di quelle che vengono definite ‘malattie della strada’. E per poterle curare serve da parte dei medici oltre che competenza anche una buona dose di empatia. È quanto ha sottolineato a L’Avvenire Giovanni Addolorato, direttore di Medicina Interna 2 della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Quest’ultimo, dopo una vita trascorsa a prendersi cura dei più fragili, da quest’anno dirige la Scuola di Specializzazione in Medicina di comunità e delle cure primarie della Facoltà di Medicina e chirurgia al campus di Roma dell’Università Cattolica. Le attività del nuovo corso di specializzazione, articolati in quattro anni e attive da pochi giorni, si svolgono in collaborazione con l’Elemosineria Apostolica della Santa Sede, la Asl Roma 1, l’Ospedale Fatebenefratelli Gemelli Isola Tiberina e la Comunità di Sant’Egidio.
“Da diversi anni abbiamo creato un percorso per l’accesso alle cure primarie per i più fragili, i senza tetto, coloro che sviluppano le malattie della strada e anche per le persone che vivono un profondo disagio economico e che normalmente non hanno accesso alle cure primarie di cui hanno bisogno. Lo avevamo inizialmente dedicato alle patologie alcol-correlate, ma ci siamo resi conto che non bastava. E abbiamo deciso così di estenderlo a tutte le problematiche di salute che queste persone avevano sviluppato negli anni.” Così il medico ha spiegato la nascita della nuova scuola di specializzazione.
EMPATIA, LA PAROLA D’ORDINE PER CURARE LE MALATTIE DELLA STRADA
Il Prof. Addolorato ha posto l’attenzione sul dilagare del fenomeno dei senzatetto, dovuto alla crisi economica che stiamo attraversando, ma anche all’incapacità riscontrata in molti di fronte alle prime difficoltà lavorative ed economiche. Bastano infatti i primi ostacoli per spingere sempre più persone ad andare a vivere per strada, alla mercè di intemperie, assenza di igiene e disagio sociale. Addolorato conosce bene queste realtà perchè è stato a contatto per anni anche con la Caritas, e così ha pensato alla necessità di formare medici sulle patologie che affliggono i senza dimora, puntando anche sull’empatia, per stabilire un contatto efficace e umano con questi soggetti fragili. Importante, a detta del professore, è poi anche una formazione trasversale, che punti ad acquisire competenze di medicina interna, psicologia, psichiatria
Giovanni Addolorato ha poi spiegato le patologie maggiormente diffuse tra i senzatetto: “Le cosiddette malattie della strada si sviluppano su tutti gli organi: la maggior parte sono sottese ovviamente a un abuso di alcol e di sostanze. Non a caso, una parte importante di questa scuola è incentrata sulla gestione delle dipendenze. Questa è la prima scuola di medicina interna indirizzata alla gestione delle patologie acol-correlate. Sebbene la legge 125 del 2001 indicasse la necessità di formare medici per questa tipologia di persone, poi però di fatto la decisione è stata passata all’autonomia delle università. E nessuna l’ha attivata.”