Le malattie gengivali aumentano il rischio di sviluppare problemi di salute mentale del 40%: lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Birmingham, i quali hanno scoperto una correlazione tra i problemi alle gengive e ai denti e la possibilità di soffrire di ansia e depressione negli anni a venire. Inoltre, un retroterra personale di malattie gengivali può aumentare significativamente le possibilità di una persona di sviluppare malattie autoimmuni, malattie cardiache e anche disturbi metabolici, come il diabete.



Sulla rivista scientifica “BMJ Open”, il dottor Joht Singh Chandan ha dichiarato che “la cattiva salute orale è estremamente comune, sia nel Regno Unito che a livello globale. Quando essa progredisce, può portare a una qualità della vita sostanzialmente ridotta. Tuttavia, fino ad ora, non si sapeva molto sull’associazione tra la cattiva salute orale e molte patologie croniche, in particolare le malattie mentali”. Gli studiosi hanno esaminato le schede anamnestiche di più di 64mila persone affette da malattie parodontali in questo lavoro; più dettagliatamente, 60.995 partecipanti soffrivano di gengivite e 3.384 di parodontite. Il team ha confrontato questi individui con 250mila pazienti sani e senza precedenti di malattie gengivali, tenendo conto anche di fattori come l’indice di massa corporea, le abitudini di fumo e l’etnia.



MALATTIE GENGIVALI E SALUTE MENTALE: “SERVE UNA COMUNICAZIONE EFFICACE TRA I DENTISTI E GLI ALTRI MEDICI”

Sempre su “BMJ Open” si dice che i risultati mostrano che le persone con malattia parodontale hanno un rischio più alto del 37% rispetto alla media di sviluppare problemi di salute mentale nei tre anni successivi. Oltre all’ansia e alla depressione, è stato osservato un aumento del 33% del rischio di sviluppare malattie autoimmuni come l’artrite, il diabete di tipo 1 e la psoriasi. In più, è stato scoperto un incremento del 18% del rischio di malattie cardiovascolari tra i pazienti con malattie gengivali e anche le probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 sono cresciute del 26%.



“C’è la necessità di una comunicazione efficace tra i dentisti e gli altri professionisti della salute per garantire che i pazienti ottengano un piano di trattamento efficace, che miri sia alla salvaguardia della salute orale, sia alle loro condizioni di salute in generale, riducendo il rischio di malattie future”, ha aggiunto e concluso il professor Krish Nirantharakumar, co-autore senior dello studio.