Le malattie sessualmente trasmissibili sono “un’epidemia dalle dimensioni sconosciute” in Spagna. A rivelarlo, come riportato da El Pais, è un’indagine effettuata dall’ospedale Basurto, a Bilbao. La categoria del campione che genera più preoccupazioni è quella dei giovani tra i 14 e i 18 anni. I dati, presentati al congresso della Società Spagnola di Malattie Infettive e Microbiologia Clinica tenutosi a Saragozza, sono allarmanti, anche perché “rappresentano solo la punta dell’iceberg”, sottolineano gli esperti. Un elevato numero di ragazzi e ragazze potrebbero essere infetti senza saperlo.
“Ci siamo resi conto che abbiamo visitato pochi adolescenti. Questo gruppo rappresenta solo il 2% del totale, quando in realtà la percentuale che rappresentano nella popolazione è molto maggiore e sappiamo che sono particolarmente vulnerabili. Ci siamo chiesti ‘dove sono?’. Difficilmente potremo sapere cosa sta succedendo loro e aiutarli a prevenire il contagio se non si rivolgono ai nostri servizi”, ha affermato la ricercatrice Joana de Miguel. Le malattie sessualmente trasmissibili, d’altronde, sono numerose.
I dati sulle malattie sessualmente trasmissibile tra i giovani in Spagna
È emerso dall’analisi delle cartelle cliniche dei pazienti tra i 14 e i 18 anni trattati in ospedale per malattie sessualmente trasmissibili che ce ne sono alcune più frequenti di altre. Nel caso della gonorrea, la prevalenza è del 15,5% tra i minori e del 10,3% tra gli anziani. La differenza è molto più marcata tra le donne (rispettivamente 15,5% e 5,3%). Nella clamidia la prevalenza è del 25,3% negli adolescenti e del 14,2% negli anziani (29,3% e 15,2% nelle donne). Solo nella sifilide, anche se appena, gli adolescenti presentano una percentuale inferiore (2,1% contro 3,4%), ma se si guarda alle donne, tra gli adolescenti è più del doppio che tra quelli di 19 anni e più (1,4% contro 0,6%).
È importante sottolineare che gli adulti si rivolgono più facilmente ai medici rispetto ai giovani, ma è un aspetto che non incide molto sulle rilevazioni. Anzi, rende il fenomeno ancora più problematico. “Diverse malattie sessualmente trasmissibili possono rimanere latenti e una persona può essere portatrice asintomatica, ma trasmettere l’infezione. Se i minorenni arrivano solo quando hanno sintomi, manchiamo tutti gli altri casi”, ha spiegato Joana de Miguel. La disinformazione sull’importanza della prevenzione e le barriere dettate dalla vergogna, dunque, vanno abbattute.