MALDINI E L’ANEDDOTO SU MESSI

Paolo Maldini oggi non è più dirigente del Milan, ma è tornato a parlare di quei giorni: lo ha fatto nel corso di PoretCast, il programma condotto a teatro da Giacomo Poretti. Sono stati anni ruggenti, nei quali Maldini e Frederic Massara hanno costruito la squadra che nel 2022 ha vinto lo scudetto: poi, il clamoroso allontanamento voluto da Gerry Cardinale, impensabile anche solo fino a qualche ora prima. Di quel periodo, Maldini ha ricordato soprattutto di aver provato a portare Leo Messi al Milan: “Ci abbiamo tentato per dieci giorni, poi abbiamo capito che era impossibile”.

Dopo il Barcellona, la carriera di Messi è proseguita con due anni al Psg e ora nella MLS con l’Inter Miami; a quei tempi inevitabilmente parecchie squadre si erano messe sulle sue tracce e il Milan, ammantato di storia e tradizione e sicuramente in ripresa, era tra queste. Così come l’Inter, che ci aveva concretamente provato anche quando Messi giocava in un Barcellona vincente: “Quando leggevo che poteva andare ai nerazzurri ero amareggiato” ha confessato Maldini, che ha poi ammesso di essere stato un dirigente votato alla sofferenza a differenza di Massara, capace di rimanere in silenzio e tenersi tutto dentro.

MALDINI SULLO SCUDETTO E IL FUTURO

Paolo Maldini ha poi speso qualche parola sulla corsa allo scudetto: con una signorile “gufata” ai danni di Giacomo Poretti, noto tifoso nerazzurro come tutto il trio, si è lasciato andare a un “complimenti, avete già vinto voi” che piazza dunque l’Inter in cima al pronostico per il tricolore. Poi ha parlato del futuro, rivelando che l’allenatore non sarà un mestiere percorribile: Maldini lo ha detto riferendosi a papà Cesare che vedeva “sempre con la valigia pronta”, ma anche al fatto che ci sia sempre la possibilità di incontrare un presidente “un po’ così”.

Insomma, una cosa che Maldini non voleva fare prima e che a maggior ragione non vuole fare adesso. Tuttavia, lo spogliatoio gli manca e nello specifico “quel misto tra paura ed emozione prima della partita” e anche il contatto con la gente e l’adrenalina che da esso ne deriva. Della vita da dirigente invece Maldini rimpiange, per così dire, il rapporto con i giocatori: “Ti rimane quella come cosa più bella, più dei trofei e delle partite vinte”. L’esempio è quello di Rafael Leao, non a caso uno dei calciatori del Milan ad aver espresso maggiore dissenso per la decisione della società di dare il benservito a Maldini qualche mese fa.