Mai così duro l’ex-calciatore Paolo Maldini, ora direttore direttore tecnico del Milan, sulla situazione attuale della società. In una recente dichiarazione a Sky, il direttore tecnico rossonero Paolo Maldini comunica: “Milan al top o vado via”. Il grande difensore ha detto la sua in un’intervista su Sky in merito alla condizione attuale della società e della squadra, analizzandone il difficile momento dopo il cambio di allenatore. Aggiunge una critica all’ex presidente Silvio Berlusconi in merito alle sue ultime dichiarazioni sul nuovo corso rossonero: “È stato sicuramente un grandissimo Presidente, il migliore che io potessi avere all’età di 19 anni, dopo che da tre anni giocavo già titolare con il Milan. E’ una persona a cui voglio bene e sempre gliene vorrò, ma devo dire che questa sua tendenza a risultare spiritoso e fare sempre battute spesso lo rende inelegante”. Mai così duro fin ora l’attuale direttore tecnico del Milan, che vuole a tutti costi vincere a breve e non vuole aspettare 10 anni per far tornare la squadra competitiva a livello nazionale ed internazionale. In merito all’esonero di Marco Giampaolo e all’arrivo di Stefano Pioli, Maldini spiega che un’operazione di questo tipo a metà stagione compromette il campionato, mentre ad inizio stagione potrebbe risultare un cambio troppo affrettato o una difficoltà reale sul prosieguo dell’annata.



PAOLO MALDINI: OBIETTIVI E GARANZIE

Maldini autocritico dichiara che la sua presenza e quella di Boban nell’organigramma della società è fondamentale e una garanzia per i tifosi, ma anche che alcune responsabilità per la crisi attuale della squadra derivano dalla mancanza di comunicazione su concreti obiettivi e sull’eredità ricevuta, che consisteva in un passivo di 125 milioni con un calciomercato a zero l’anno scorso. Inoltre, rilevanti sono state le multe di oltre 12 milioni e il bando dall’Europa per le gestioni precedenti. “Alle critiche, sinceramente, io sono abituato, sono convinto di quello che sto facendo, so che lo sto facendo al mio massimo. Poi, come tutti, la mia permanenza o no sarà figlia dei risultati”. L’idea condivisa da entrambi gli ex calciatori è quella di tornare  competitivi il prima possibile e non tra 15 anni facendo 12 anni da squadra di media classifica in Serie A. “Il momento è delicato, ma fa parte della ricrescita del club.” spiega Maldini – “Ci sono stati tre cambi di proprietà in pochi anni, che hanno sicuramente minato questa squadra. Il cambio di allenatore di quest’anno è una cosa che non ci aspettavamo.”

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