Alle Isole Maldive si stanno realizzando negli ultimi anni una serie di progetti faraonici e artificiali in “stile Dubai”, e che secondo gli esperti potrebbero causare un vero e proprio disastro naturale. “Il riempimento è diventato la norma nell’arco di un decennio – racconta a La Croix Ibrahim Mohamed, consulente ambientale, riferendosi alla creazione di isole artificiali – due terzi delle isole abitate sono state ampliate, e sono state realizzate dozzine di isole artificiali. Queste vengono presentate come l’unica opzione per adattarsi all’innalzamento del livello del mare”. Secondo gli esperti entro la fine del secolo le Maldive potrebbero scomparire, ed entro il 2050 l’80% del territorio sarà inabitabile a causa dell’innalzamento dell’oceano.



Proprio per questo si sta cercando di realizzare delle mastodontiche opere ingegneristiche che però, stando gli ambientalisti, sarebbero molto dannose per il clima. Nel 1997 è stata creata l’isola satellite di Hulhumalé, collegata alla capitale Malè tramite un ponte di 1,6 chilometri e costruita due metri sopra il livello del mare: “Nessuno aveva l’esperienza per creare un’isola di questa portata – sono le parole di Shahid Ahmed Waheed, urbanista della società statale responsabile del sito – abbiamo dovuto imparare tutto”.



MALDIVE CATASTROFE AMBIENTALE: “DANNI FRA 343 E 858 MILIONI DI DOLLARI”

E come sottolinea La Croix, tutto questo ha un prezzo ecologico, tenendo conto che i lavori di riempimento hanno portato alla distruzione della barriera corallina e delle alghe, nonchè al danneggiamento dell’ecosistema marino. Stando ad uno studio dell’Imperial College di Londra, ora la zona Hulhumalé è più esposta ad erosione e inondazioni e lo riempimento starebbe provocando un disastro “più veloce degli scenari di rialzo livello del mare a lungo termine”.

Shaiya Naeem, Direttore dall’istituto governativo di ricerca marina delle Maldive, ricorda: “La nostra intera economia dipende dalla salute del sistema della barriera corallina e degli ecosistemi acquatici”. Eppure, nonostante questi allarmi, sono in corso svariati progetti faraonici che eroderanno ulteriore oceano alle isole: “Il costo ambientale è tra i 343 gli 858 milioni di dollari”, sottolinea Humay Abdulghafoor della ONG SaveMaldive.