Per la prima volta la possibilità che le Olimpiadi di Tokyo 2020 saltino per il coronavirus viene confermata da un membro del governo del Giappone. E qualora si verificasse il rinvio non sarebbe un’esagerazione parlare di una vera e propria “maledizione di Tokyo”. Spetta alla ministra per i Giochi Olimpici, Seiko Hashimoto, ammettere la dura realtà: “Stiamo facendo tutto il possibile per assicurare che vadano avanti come pianificato”, ammettendo così la possibilità di uno slittamento della rassegna a cinque cerchi. Eventualità peraltro consentita dai contratti di Tokyo con il Comitato olimpico internazionale, che darebbe modo di disputare l’Olimpiade entro fine anno se non – come da programma – dal 24 luglio al 9 agosto. Queste le parole pronunciate dalla Hashimoto: “Il contratto prevede che i Giochi si svolgano entro il 2020 e quindi una delle interpretazioni è che potrebbe essere consentito uno slittamento della data di inizio”.
OLIMPIADI 2020 A RISCHIO RINVIO PER CORONAVIRUS: LA “MALEDIZIONE DI TOKYO”
Ma perché parliamo di maledizione di Tokyo in relazione ai Giochi Olimpici? Non sarebbe la prima volta che un evento eccezionale fa saltare la manifestazione più importante in ambito sportivo. Il precedente inquietante risale al 1940: i Giochi della XII Olimpiade si sarebbero dovuti svolgere a Tokyo, in Giappone, dal 21 settembre al 6 ottobre 1940. Lo scoppio della seconda guerra sino-giapponese, però, portò alla decisione di riassegnare i Giochi a Helsinki. Le Olimpiadi in Finlandia, in programma dal 20 luglio al 4 agosto 1941, non ebbero mai a disputarsi. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, infatti, determinò l’annullamento definitivo della rassegna a cinque cerchi che avrebbe dovuto originariamente svolgersi a Tokyo. Lo stesso accadde per quella di Londra, nel 1944, cancellata con largo anticipo per via del protrarsi del conflitto bellico. La speranza è che il coronavirus non abbia per le Olimpiadi lo stesso devastante impatto delle Guerre mondiali.