Carneficina in Mali, dove almeno 95 persone sono state uccise da uomini armati in un attacco al villaggio di Sobane-Kou, abitato dal gruppo etnico dei Dogon. Come riportato da “La Repubblica”, un funzionario del comune di Koundou (distretto di Koro), ha lasciato intendere che il bilancio potrebbe essere destinato a salire tragicamente:”Abbiamo 95 civili uccisi al momento, i corpi sono bruciati, continuiamo a cercare cadaveri”. Una fonte di sicurezza maliana ha detto che il villaggio, che prima dell’attacco era abitato da circa 300 persone, “è stato raso al suolo”. Ma quali sono i possibili motivi dietro questo agguato? Tutto potrebbe essere riconducibile agli scontri che tra cacciatori Dogon e pastori Fulani che da gennaio hanno fatto centinaia di vittime. L’attacco al villaggio di Sobane-Kou sarebbe stato compiuto nella notte tra domenica e lunedì.



MALI, 95 PERSONE UCCISE IN UN VILLAGGIO

L’ultimo atto degli scontri tra cacciatori Dogon e pastori Fulani si era tradotto lo scorso mese di marzo nell’uccisione di circa 160 persone tra i componenti di quest’ultima etnia in una serie di offensive nella regione centrale di Mopti. Secondo i funzionari locali, gli autori dell’attacco erano appunto i membri di una milizia di etnia Dogon. Oggi a sopperire sarebbero stati invece gli appartenenti all’etnia Dogon, in quella che potrebbe essere catalogata come una ritorsione in piena regola. Bisogna inoltre ricordare come nella regione, che comprende Burkina Faso, Niger, Mali, Mauritania e Chad, siano attivi anche terroristi jihadisti nonché trafficanti di armi, droga ed esseri umani. Insomma, le eventuali cause di un attacco di questa portata non mancano: le prossime ore saranno decisive in attesa di una eventuale rivendicazione.

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