In Mali potrebbe di nuovo scattare il caos totale dopo l’annunciato ritiro dei Caschi Blu dell’Onu, che potrebbe terminare la missione di pace già alla fine di questa settimana. La decisione lascerà praticamente gli sfollati che chiedevano protezione in mano alla brigata dei mercenari Wagner e ai jihadisti. Il voto è previsto per oggi al Consiglio di Sicurezza Generale delle Nazioni Unite, e se venisse confermata la fine dell’operazione, il rischio sarebbe che migliaia di sfollati senza altra scelta sarebbero costretti a spostarsi nei paesi limitrofi come il Niger o a cercare protezione verso il Mediterraneo attraverso viaggi clandestini.



Secondo le anticipazioni dell’agenzia Reuters, il ritiro era comunque previsto per la fine dell’anno, ma già dal primo luglio si è deciso di velocizzare le operazioni in una fase transitoria che rappresenterà un altro pericoloso e clamoroso passo indietro, dopo quello già compiuto dalla Francia l’anno scorso per dissidi interni con la giunta militare del Mali. Ora quindi resterà solo l’appoggio della Russia, che tramite la Wagner sta fornendo aiuto all’esercito maliano, compresa la pianificazione di attentati terroristici di matrice jihadista nei confronti della popolazione locale.



Onu termina missione di pace in Mali, l’allarme “rifugiati senza protezione”

Il ritiro per fine mandato dei Caschi Blu dell’Onu impegnati nella missione di pace Minusma in Mali potrebbe contribuire alla fuga di massa dei profughi che cercano di trovare riparo dalle violenze e dagli attentati compiuti nel paese dai jihadisti. Con l’appoggio dell’esercito e dei mercenari russi le città saranno sempre meno sicure e i cittadini saranno costretti a scappare attraversando i confini o spostandosi verso l’Europa e le zone del Mediterraneo.

Emanuela Del Re, Rappresentante speciale dell’Ue per il Sahel, ha dichiarato al quotidiano Il Foglio la sua preoccupazione per la situazione di vuoto provocata dall’abbandono delle Nazioni Unite, affermando che la brigata dei mercenari russi, rimasta al potere rappresenterà un grave rischio per la sicurezza perchè “in grado di influenzare fortemente la politica locale“. Da Mosca infatti non c’è stata particolare sorpresa per la decisione del Consiglio, Lavrov ha detto che “in Mali e Repubblica centrafricana, le operazioni della Russia continueranno”, aggiungendo “continueremo con gli approvvigionamenti per l’esercito anche dopo l’insurrezione degli uomini di Prigozhin.