Malika Ayane svela un retroscena sulla storia con Cesare Cremonini: “Ci siamo conosciuti…”
Malika Ayane si è raccontata in una lunga intervista al Corriere della Sera. La cantante è tornata a parlare anche della sua relazione con Cesare Cremonini. I due artisti hanno fatto coppia per un anno fino al 2010 per poi separarsi. Un connubio professionale e sentimentale che aveva fatto sognare i fan. All’epoca, Malika era già mamma di una bimba, Mia, figlia avuta dal primo compagno. Dopo la separazione, entrambi hanno voltato pagina conoscendo nuovi amori. Alla base della rottura ci sarebbe stato un carattere non proprio maturo, all’epoca, per Cesare. Lo ha spiegato la stessa Malika in un’intervista di alcuni anni fa: “Un giorno ci siamo guardati e ci siamo chiesti dove saremmo andati a finire“. Parole che avevano alimentato delle critiche tanto che poi la cantante aveva corretto il tiro sui social: “Non ho mai pensato che Cesare fosse un bambino, è un uomo stupendo, che continuo a stimare, e per questo siamo rimasti uniti nel tempo… questo sì che è vero! Se ci siamo lasciati è perché lui era John Lennon e io McCartney”.
Malika Ayane a distanza di tempo è tornata a parlare della relazione con Cesare Cremonini e ha speso belle parole nei suoi confronti: “Ci siamo conosciuti al Quirinale. È il più bravo di tutti e gli voglio un bene pazzesco. Ma con gli uomini sono stata sempre fortunata”, ha chiarito. Malika Ayane conserva un bel ricordo di Cesare Cremonini con il quale ha vissuto un’intensa storia. Una dimostrazione che gli amori importanti non si dimenticano mai.
Malika Ayane racconta la sua infanzia: “Ero una bambina…”
Malika Ayane non è cambiata con il successo. La popolare cantante ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera di essere legata alle sue origini: “Crescere in periferia mi ha insegnato che la povertà deve essere trattata con cura, in modo decoroso. Ero una bambina con parecchia fantasia che trasformava il campetto davanti casa nella foresta di Sherwood, ma nel mio quartiere la vita ti ripeteva ogni giorno che avevi meno possibilità degli altri: dipingere una facciata, sistemare un cortile è una cosa che si deve alle persone. Altrimenti rischi di imbruttire una fetta di popolazione, che alla città non fa neppure comodo sia imbruttita”. Malika Ayane ha respirato in famiglia una commistione di culture in quanto nata da padre marocchino e madre italiana: “In Italia ero la marocchina, in Marocco l’italiana. Ho passato una vita da aliena: fino a quando ho messo piede al Sud e ho pranzato con una famiglia meridionale. A Bari vecchia mancava solo la Medina, ma c’era tutto quello che faceva parte della mia storia familiare: l’accoglienza, la condivisione, il chiasso”.
La strada per arrivare al successo non è stata però in discesa tanto che Malika ha fatto in passato anche la cameriera: “Sono andata a lavorare nella caffetteria della Scala, in un call center e come cameriera a Le Trottoir, un locale con musica dal vivo sui Navigli. Ero gasata: pensavo a quando sarei diventata una cantante famosa e avrei potuto dire in una intervista che avevo preso ordinazioni ai tavoli. Poi la cantante del locale era malata, il suo sostituto neppure sapeva le parole del brano. L’ho corretto e lui mi ha gridato: ‘e allora canta tu’. Ci ho guadagnato un contrattino”.