MALORE BOVE: L’ESITO DELLA RISONANZA
Sono passati quattro giorni dal malore che ha colpito Edoardo Bove nel corso di Fiorentina Inter: il centrocampista sta bene, gli è stata letteralmente salvata la vita e ora, come riporta l’edizione fiorentina di Repubblica, stanno emergendo alcune indiscrezioni circa le cause del crollo in campo. Si legge che la risonanza magnetica, aspettando l’esito degli esami genetici in arrivo nelle prossime settimane, ha evidenziato una cicatrice sul ventricolo sinistro, la quale potrebbe aver generato la crisi elettrica di cui Bove è stato vittima. La Gazzetta dello Sport si è posto la domanda su come sia stato possibile non vedere questa cicatrice nelle regolari risonanze cui Bove si è sottoposto fin dal post-Covid, dunque da quattro anni.
Ebbene, la risposta è che questo tipo di cicatrice potrebbe non essere sempre evidente dalle risonanze, non c’è un 100% di possibilità mentre è più probabile che dopo un arresto cardiaco siano più che visibili. Insomma, nessun tipo di negligenza: si sgombera subito il campo da questa eventualità, intanto tra oggi e domani a Edoardo Bove potrebbe essere impiantato un defibrillatore cardiaco sottopelle, dispositivo che permette di tenere sotto controllo gli eventuali sbalzi del cuore. L’intervento in anestesia locale sarà effettuato dai cardiologi dell’aritmologia di Careggi; a quel punto inizierà quella che possiamo considerare la nuova vita di Bove, e vediamo in che modo la potrà condurre il centrocampista della Fiorentina.
BOVE POTRÀ TORNARE A GIOCARE?
Dopo il malore e l’impiantamento del defibrillatore, Edoardo Bove potrà tornare a giocare? Intanto bisogna specificare che questo dispositivo è previsto dalle linee guida internazionali per chi abbia avuto un arresto cardiaco a causa di un’aritmia che abbia reso necessaria la defibrillazione; Bove dunque avrà questo congegno sotto pelle e grazie a questo potrà tornare a condurre una vita assolutamente normale. Purtroppo però, circa un eventuale ritorno in campo, non lo sappiamo: l’unica cosa certa è che in Italia il centrocampista non potrà più farlo. Il motivo è presto detto: nel nostro Paese l’idoneità agonistica viene concessa ad almeno sei mesi dall’impianto del defibrillatore, e solo per sforzi moderati e privi di contatti con avversari.
L’impianto potrebbe rompersi giocando a calcio, insomma; le porte della Serie A sono chiuse per Edoardo Bove ma non quelle di altri campionati, perché esistono regole diverse a seconda dei vari Paesi. Tuttavia, avendo subito un arresto cardiaco e vissuto un momento terribile, il centrocampista potrebbe anche non essere più nelle condizioni di calcare i terreni di gioco o, magari, essere lui stesso a dire basta. La cosa più importante naturalmente è che Bove stia bene e che i medici siano riusciti a salvarlo: tutto il resto, possiamo dirlo, fa da contorno anche se ovviamente ci auguriamo che Edoardo possa un giorno reinfilare le scarpe ai piedi e disputare una partita ufficiale, si tratta solo di aspettare e sperare.