Le mani della ‘ndrangheta sui parcheggi di fianco all’aeroporto di Malpensa. I malaffari sono terminati nella giornata di ieri, dopo che le forze dell’ordine hanno arrestato 34 persone, di cui 27 con l’ordine di custodia cautelare in carcere, e i restanti 7 ai domiciliari. Un’indagine lunga e complessa a cui ha contribuito in maniera significativa anche la denuncia di un imprenditore che si era rifiutato di entrare in affari con la ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo. Dopo aver ricevuto una serie di minacce, l’uomo si è fatto coraggio e si è recato dai carabinieri, denunciando il tutto. L’imprenditore voleva assicurarsi un posteggio in località Ferno, a poca distanza da quello gestito dalla famiglia dei De Castro: questi hanno fatto chiaramente capire che in quel posto non doveva sorgere altro parcheggio, visto che gli stessi non volevano concorrenza. E’ il 27 marzo quando quell’uomo coraggioso varca le porte della caserma dei carabinieri: «E’ la prima volta», ha raccontato il procuratore Dolci, che un imprenditore lombardo denuncia le pressioni della ‘ndrangheta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MALPENSA, PARCHEGGI IN MANO ALLA ‘NDRANGHETA

Secondo la responsabile della Dda di Milano, Alessandro Dolci, dopo i 34 arresti scattati tra Milano e Varese in merito agli affari dietro allo scalo di Malpensa, la situazione è realmente desolante: «Quadro sconfortante. Ci sono due note positive: anche noi non ci siamo mossi da qui e continuiamo a lavorare. Ma soprattutto la presenza di un imprenditore che ha deciso di non sottostare alle minacce degli ‘ndranghetisti che gli impedivano di investire nei parcheggi dell’area dell’aeroporto di Malpensa», attacca il procuratore aggiunto della procura di Milano nella prima conferenza stampa sull’operazione condotta dalla Dda all’alba. «Negli ultimi dieci anni, nonostante le indagini e gli arresti, non è cambiato nulla. Le cosche sono ancora padrone del territorio», spiega la Dolci che sottolinea però una nota di “lieta speranza”, visto che «Un imprenditore incredibilmente ha denunciato di essere stato vittima di pressione. A mia memoria è la prima volta». (agg. di Niccolò Magnani)



AIUTI COSCHE PER VOTI AD EX SINDACO LONATE POZZOLO

Un mix di cosche della ‘ndrangheta, politica locale e attività commerciali starebbero dietro alla maxi inchiesta della Dda di Milano sugli arresti oggi eseguiti in merito al “caso” Malpensa: l’indagine dei Carabinieri e della Dda avrebbe accertato, riporta l’Ansa, un legame tra l’ex sindaco di Lonate PozzoloDanilo Rivolta – e alcuni esponenti della locale cosca ‘ndrina. In poche parole, stando alle indagini, l’elezione in passato di Rivolta sarebbe stata aiutata e appoggiata da alcune influenti famiglie calabresi «che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano, ucciso il 28 febbraio del 2006 a Ferno (Varese)». Tra gli indagati della Procura spunta anche un consigliere di Fratelli d’Italia e un perito che lavorava da tempo per la Procura di Busto Arsizio: avrebbe fatto da “talpa” per alcune indagini, rilancia ancora la Dda di Milano. (agg. di Niccolò Magnani)



34 ARRESTI IN TUTTA ITALIA

La ‘ndrangheta aveva di fatto monopolizzato i parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa. E’ questo quanto scoperto dalle forze dell’ordine, che dall’alba di stamattina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 34 persone, tutte residenti nelle province di Varese, Cosenza, Crotone, Firenze, Udine, Ancona, Aosta e Novara. 32 degli arrestati sono italiani, mentre gli altri due sono un marocchino e una rumena. Del gruppo, 27 finiranno in carcere mentre per i restanti 7 sono stati disposti i domiciliari. I fermati sono accusati, come ricorda Milanotday, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati poiché commessi avvalendosi del metodo mafioso ed al fine di agevolare le attività dell’associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato ed intestazione fittizia di beni, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico.

MALPENSA, LE MANI DELLA ‘NDRANGHETA SUI PARCHEGGI

Un maxi blitz a cui hanno partecipato fin dalle prime ore di oggi, giovedì 4 luglio 2019, oltre 400 carabinieri con l’aiuto di elicotteri, unità speciali e cinofile. Una vera e propria operazione antimafia, a cui si è giunti dopo un’indagine scattata durante l’aprile del 2017, più di due anni fa, e coordinata dalla DDA di Milano. L’organizzazione, in base a quanto emerso, era riuscita ad infiltrarsi negli apparati istituzionali, ed inoltre si è scoperto che dalla metà del 2016 gli assetti organizzativi della ‘ndrangheta con sede a Legnano e a Lonate Pozzolo erano in corso di ridefinizione, dopo che due esponenti di spicco del medesimo clan, in forte contrasto fra di loro, erano stati scarcerati. In tarda mattinata si terrà una conferenza stampa presso la procura di Milano in cui verranno forniti ulteriori dettagli in merito a questa nuova importante operazione antimafia da parte delle forze dell’ordine italiane.