Malta, a causa della pandemia di Covid, da meta desiderata per le vacanze estive si è celermente trasformata in una prigione per oltre 120 italiani, alcuni dei quali minorenni. Stando alle notizie che giungono direttamente dal luogo, vi sarebbero almeno 50 connazionali positivi al Coronavirus, mentre tutti gli altri si troverebbero in isolamento a causa degli stretti contatti avuti con gli amici infetti. Una situazione tutt’altro che rosea, se si considera che, soltanto nella giornata di venerdì 9 luglio, sull’isola sono stati rilevati altri 109 contagi, per un totale di casi attivi pari a 359 e il 90% di essi riguardante giovanissimi provenienti da Paesi esteri.



In virtù di queste statistiche, le autorità di Malta hanno deciso di chiudere le proprie frontiere a tutti coloro che ancora non si sono sottoposti al vaccino a fare decorso dal prossimo 14 luglio. Un modo per tutelare la propria popolazione e scongiurare l’incremento di un cluster già di per sé piuttosto corposo, del quale purtroppo fanno parte numerosi italiani che si trovavano lì per trascorrere qualche giorno all’insegna del riposo e del divertimento e, da turisti, si sono ritrovati loro malgrado prigionieri.



MALTA, ITALIANI IN ISOLAMENTO COVID: IL GOVERNO SI ATTIVA

Per quanto concerne gli aiuti agli italiani bloccati per Covid a Malta, si segnala come l’ambasciata italiana sia in stretto contatto telefonico con i giovani, radunati presso il Corinthia Marina, convertito in Covid hotel, al cui interno nessuno può accedere e presso cui sono ospitati anche ragazzi provenienti da Spagna e Francia. Come riporta “Quotidiano Nazionale”, l’avvocato Erich Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 e due medici del gruppo si sono attivati per far pervenire farmaci sull’isola per alcuni dei minorenni italiani che hanno contratto il virus.



“I ragazzi – ha commentato – sono stati contattati dai medici volontari, i quali si sono attivati con i professionisti sanitari e farmacisti fino ad individuare quelli disposti a ricevere le ricette dall’Italia e consegnare i farmaci, dopo circa una settimana di isolamento senza alcuna terapia. I giovani dovranno osservare un periodo di quarantena fino al prossimo 22 luglio e l’imperiese Lorenzo Ranise, diciotto anni, ha commentato: “Un tampone lo avrei gradito prima della quarantena. Non è stato eseguito neppure sul ragazzo risultato reattivo, per verificare che fosse realmente positivo”.