La storia vera di “Io Capitano” è ispirata alla vita di Mamadou Kouassi. Anche se non si tratta infatti di una storia vera, ma è comunque ispirata liberamente alla vita di un uomo, arrivato in Italia da bambino. Mamadou, infatti, è giunto nella penisola dopo un viaggio durato tre anni. Partito dall’Africa, ha vissuto momenti difficili, peripezie che lo hanno portato a rischiare più volte la vita in mare e non solo. Come tante persone con una storia simile alla sua, anche Mamadou Kouassi ha attraversato il mare per arrivare in Italia.
Il suo sogno era quello di costruirsi un’esistenza degna di questo nome, per fuggire dalla fame e dalla guerra che ha sempre percepito come normali nella sua terra d’origine. Per questa ragione Mamadou ha percorso strade, deserti, mare aperto e ancora frontiere per realizzare il suo sogno di avere una vita normale.
Quel’è la storia di Mamadou Kouassi?
Mamadou è arrivato a Caserta nel 2009 ed è stato accolto in una comunità, nel Centro sociale Ex Canapificio. Proprio lì è stato ospitato nei primi tempi in Italia ed è riuscito a ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Mamadou ha lavorato inizialmente come bracciante, a condizioni di lavoro indescrivibili.
Dopo aver vissuto sulla propria pelle le ingiustizie e le umiliazioni del mondo del caporalato, ha cominciato ha sua battaglia per i diritti civili. Ha preso parte attivamente alle lotte sociali ed è diventato un punto di riferimento per tanti ragazzi come lui. Oggi è diventato un modello e un esempio di un nuovo metodo di accoglienza che offre assistenza ai migranti attraverso il sostegno al reddito.
Mamadou Kouassi, la storia vera “Io Capitano”: cosa fa oggi
Mamadou Kouassi è riuscito a realizzare il suo sogno di arrivare in Italia. Proprio nel nostro Paese è diventato simbolo della lotta al caporalato. Oggi lavora come vicepresidente del Movimento migranti e rifugiati di Caserta e lavora inoltre come mediatore interculturale nel centro che gli ha dato per primo rifugio. La sua stria ha ispirato “Io Capitano” di Matteo Garrone, che ha voluto ringraziare spiegando che ha raccontato al meglio la sua storia, “che è anche la storia di tante persone che cercano un futuro migliore”.