Mamma Alice Scagni: “Ci hanno tolto due figli”
Dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di due agenti e un medico del dipartimento di Salute mentale per omissione dopo le tante denunce arrivate da parte della famiglia di Alberto Scagni, che aveva denunciato l’instabilità psicologica del figlio, Antonella, mamma di Alice, accoltellata dal fratello Alberto, commenta le ultime vicende a Storie Italiane. Antonella spiega di non essere stata informata dalla Procura: “Vorrei sottolineare il fatto che noi siamo venuti a conoscenza della situazione degli indagati di voi giornalisti. Noi siamo solamente spettatori di questo filone di indagini di quelli che sono stati reati che hanno portato alla morte di Alice“.
La mamma di Alice Scagni prosegue: “Non hanno fermato Alberto come noi abbiamo chiesto nelle sedi istituzionali salute mentale e dalle forze dell’ordine. Noi tutt’ora siamo esclusi, non siamo la parte offesa. I nostro avvocato sta insistendo per inserirci. La Procura ci considera estranei a questa indagine che ci ha tolto due figli. Purtroppo questa è la verità giuridica e noi la sentiamo con una certa fumosità da parte della Procura che non ha ancora fatto sentire le telefonate ai numeri di emergenza. Tutte le telefonate che io feci e nessuno mi rispondeva”.
Mamma Alice Scagni: “Tutto questo poteva essere evitato”
Ascoltato il colloquio di Alberto Scagni con il medico, nel quale lui accusa i genitori di averlo fatto morire di fame, la mamma Antonella spiega a Storie Italiane: “Purtroppo negli ultimi tempi Alberto ha ricevuto una somma di denaro che gli ha permesso di svolgere una vita che secondo lui lo allontanava da problemi di natura neurologica che ha sempre avuto. Fa parte dell’escalation di psicosi che lui ha avuto. Noi ci siamo rivolti a salute mentale e i vicini di casa anche perché lui picchiava contro i muri. Anche estranei se ne sono accorti. Noi cercavamo di curarlo e tutt’ora Alberto non è curato. È in uno stato di psicosi come quando lo abbiamo preso. Quelle che sono le sue dichiarazioni le leggo come un trascinamento dello sdoppiamento di personalità. Noi non riuscivamo più a trovare Alberto, siamo andati a salute mentale perché avevamo capito che non riuscivamo più a fermalo. Loro e le forze dell’ordine ci hanno sempre prospettato una situazione tranquilla. Siamo rimasti impietriti quando ci hanno negato l’intervento. Quello che amplifica il nostro dolore è che tutto questo poteva essere evitato”.
Antonella, mamma di Alice Scagni, denuncia che tutt’ora il figlio non è curato: “Ora lui ha dei meri colloqui con psichiatrici ma deve esserci per forza un intervento farmacologico. Ha raggiunto una deriva talmente grave che non bastano colloqui psicologici. Ci avevano parlato di TSO: io avevo pianto ma se è necessario…”. Riguardo il rapporto tra i due figli, la mamma rivela: “Tra loro non c’era un buon rapporto ultimamente. Alberto nutriva per Alice sicuramente un affetto profondo, era il suo fulcro, ma nel tempo si è andato sfilacciando. Lo amavamo, era desiderato come tutti, poi ha avuto una progressiva chiusura. Quando lei si è trasferita è stato ancora peggio”. In questo momento tra la famiglia e Alberto non c’è alcun rapporto: “Alberto in questo momento ce lo raccontano solo a piccoli tratti lucido e quando è lucido piange disperato e basta. Non c’è modo di avere una relazione razionale con Alberto, come nelle ultime settimane, non era più lui. Era una persona che non si poteva raggiungere sul piano di un colloquio umano. E Alice era a fianco a noi e ne soffriva con noi”.
Antonella, mamma Alice Scagni: “Ci avevano detto che sarebbero intervenuti”
Secondo Antonella Scagni, “Che lui amasse Alice e quando erano ragazzi volesse proteggerla non mi stupisce. Alice era un fulcro affettivo per Alberto. Ma purtroppo la sua ossessione è che il mondo intero complottasse contro di lui. È il suo delirio, non si può dire altra parola. Lui non era più con noi. Non ho altri modi di descriverlo. La gravità del suo modo di pensare proveniva dai suoi comportamenti”. La mamma di Alice prosegue: “Abbiamo chiesto nei dettagli come dovevamo portare avanti la situazione in attesa che ci fosse un contatto di salute mentale con Alberto Scagni e un successivo TSO perché non ci sarebbe stata collaborazione. Abbiamo chiesto dettagli di comportamento. Ci hanno detto ‘Fategli la spesa una volta a settimana con internet’. E noi abbiamo chiesto cosa fare in caso di comportamenti violenti e ci hanno detto di non mandare email perché non si sapeva chi le avrebbe prese. Ci hanno detto di chiamare e nei giorni festivi di contattare il 112. Questa sovraesposizione mediatica non è nel nostro essere. Lo facciamo per nostro nipote che ci chiederà cosa abbiamo fatto per salvare sua madre. E per tutte le famiglie nella nostra situazione”.