A Storie Italiane il caso di una mamma avvocato che ha denunciato l’impossibilità di assistere il proprio bambino in ospedale, in quanto l’udienza a cui doveva assistere non è stata rinviata perchè il giudice ha spiegato che non vi era “legittimo impedimento” in quanto il bimbo sarebbe potuto essere stata accompagnata dal padre.



La donna è un’avvocatessa penalista di Roma, Ilaria Salamandra: “Sono tre donne che hanno rigettato il legittimo impedimento – ha dichiarato la stessa legale in diretta tv, ospite di Storie Italiane – è una storia che riguarda tutte le mamme lavoratrice specialmente le libere professioniste che hanno pochissimo garanzie in Italia”. E ancora: “Nell’ultimo anno si sono cancellate 1.333 avvocate e ciò non accade con i colleghi uomini il cui saldo entrate/uscite è stato positivo”.



MAMMA AVVOCATO: “HA DECISO UN COLLEGIO DI TRE DONNE…”

La mamma avvocato ha quindi spiegato il perchè non è stata accolta la sua richiesta: “Mi hanno risposto che la mia istanza non era pervenuta in modo tempestivo, in realtà ho dato prova del fatto che ho atteso in quanto aspettavo che mi spostassero il day hospital perchè avrei voluto adempiere. La cosa più grave è che il collegio di tre donne ha detto che il bimbo potesse essere accompagnato dal papà, come se una figura escludesse l’altra e se vi fosse una lucidità mentale della mamma nell’assistere il proprio assistito mentre mio figlio era sotto anestesia”.



In studio sono ovviamente tutti d’accordo con la mamma avvocato: “Quello che può darti una madre non è lo stesso che può darti un padre”, riferendosi alla vicenda della stessa legale e del bimbo in ospedale. Una collega della vittima, anch’essa in studio aggiunge: “Noi libere professioniste siamo molto svantaggiate anche ad esempio durante la maternità rispetto alle dipendenti che sono giustamente tutelate”. Eleonora Daniele aggiunge: “Ci troviamo di fronte alla malattia di un bambino, è questo il punto”, riportando poi la discussione sui giusti binari. La mamma avvocato ha ripreso la parola: “Io mi devo portare il bimbo ad allattarlo nel corridoio del tribunale perchè non ho neanche la stanza l’allattamento, non abbiamo nemmeno il nido in tribunale, le discriminazioni non sono solo quelle più evidenti ma sono molto più profonde. Il consiglio degli avvocati dell’ordine di Roma è stato sempre al mio fianco e vorrei ringraziarlo”.