Mamma bacia il figlio che rivede per la prima volta dopo il lockdown dovuto al Coronavirus e viene multata: da Reggio Emilia arriva una storia incredibile, simbolo degli eccessi in cui si può cadere per una interpretazione troppo rigorosa delle doverose leggi sul distanziamento sociale. I protagonisti della vicenda sono dunque una mamma reggiana, suo figlio di 9 anni e l’educatrice che ha segnalato il fatto ai carabinieri, i quali hanno notificato alla donna una multa di 400 euro (ridotti a 280 se paga entro un mese) per il bacio al figlio.



La vicenda è particolarmente delicata perché mamma e figlio erano separati dal momento che già da qualche anno i servizi sociali del Comune avevano tolto il bambino alla donna. Elisa Fangareggi, presidente di Time4life, una associazione che si occupa di bambini in condizioni di povertà sociale ed economica, ha denunciato il fatto: alla mamma era stato tolto il figlio solo perché ritenuta dai servizi sociali “non adeguata a svolgere le funzioni genitoriali“, dopo che aveva chiesto aiuto proprio ai servizi per conciliare la cura del bambino con i turni di lavoro.



Fangareggi ha detto alla Nuova Bussola Quotidiana: “Sulla base di una presunzione di inadeguatezza, il bambino le è stato tolto”. Poi è arrivato il Coronavirus, quattro mesi di incontri solo virtuali e quando finalmente mamma e figlio si sono rivisti, ecco la beffa.

MAMMA BACIA IL FIGLIO A REGGIO EMILIA: MULTATA

Come logico, mamma e figlio quando si sono rivisti si sono abbracciati e baciati: l’educatrice, forse nel giusto ma di certo con incredibile insensibilità, ha imposto il distanziamento e l’uso delle mascherine e ha chiamato i carabinieri. Ora, oltre alla multa, la mamma di Reggio Emilia rischia di non poter più nemmeno partecipare agli incontri protetti, rendendo definitivo e terribile il distanziamento.



L’educatrice fa parte di una cooperativa che ha in custodia gli incontri tra mamma e figlio dato in affido. La Coop Dimora d’Abramo non ha voluto rilasciare dichiarazioni, confermando soltanto l’accaduto e ricordando che la sanzione è formalmente legittima. Mamma e figlio infatti non vivono insieme e di conseguenza non risultano come congiunti.

Legittimo, ma accettabile? Per Fangareggi no: “Ciò che più mi indigna è constatare come sia più importante una più che discutibile premura di tipo sanitario al favorire l’affetto tra una madre e un figlio in una situazione di grande sofferenza e privazione protrattasi nel tempo. Che cosa è più importante? Tutelare il bambino da un remoto rischio di contrarre il Covid o favorire il rapporto fra una mamma e il suo bambino?”. Sarebbe bastato un po’ di buon senso, saper “leggere” la situazione e capire quale fosse il bene del bambino in quel momento: l’educatrice non ne è stata capace e la legge a quel punto ha dovuto fare il suo corso.