C’è una donna, una mamma, che ha donato un rene al proprio figlio, nel giorno del suo compleanno. Una storia che è stata raccontata dal Corriere della Sera, e che ovviamente ha toccato chi ha vissuto in prima fila tutta la vicenda: «Per noi è stato il modo più bello di celebrare questo traguardo – ha detto il primario di Chirurgia generale-Trapianti di rene dell’Irccs, Mariano Ferraresso, riferendosi alla donazione di rene da vivente numero 500 eseguita appunto al Policlinico di Milano – lo abbiamo fatto con una coppia che ci è letteralmente caduta dal cielo, arrivando a noi grazie a Internet. Mamma e figlio hanno capito che il Policlinico era il posto giusto e si sono presentati». La madre, come detto sopra, ha voluto salvare la vita al figlio nel giorno del suo compleanno: «Un simbolo in più dell’importanza di questo gesto: entrare in dialisi non è un dramma solo per il paziente, ma per chi gli sta accanto. Un gesto come questo è un atto liberatorio: a beneficiarne è tutta la famiglia».
La lista d’attesa per chi deve ricevere un rene, così come ogni organo, è molto lunga, ma c’è un’altra via che in molti non conoscono, ed è quella appunto di donare da vivente: «Il trapianto di rene da donatore vivente — spiega Ferraresso — è una procedura ancora poco pubblicizzata e praticata in Italia. Si possono contare sulle dita di una mano i centri che hanno raggiunto un traguardo come il nostro. Perché? Perché non c’è ancora una cultura su questo tipo di donazione. Spesso viene vista come ultima scelta dopo lunghi periodi di attesa di un rene da donatore deceduto, anche se i risultati internazionali ci dicono che questa è la prima opzione da prendere in considerazione, specialmente quando ancora la dialisi non è iniziata. I pazienti non hanno il coraggio di chiedere, i medici ne parlano poco: nei Paesi molto più avanzati di noi ci sono vere e proprie équipe di medici e infermieri che vanno nelle famiglie a dare informazioni sulla malattia, sulla dialisi e su quello che comporta, sulle possibilità di uscirne».
MAMMA DONA RENE AL FIGLIO: “COSI’ EVITIAMO LA DIALISI”
Ovviamente sono diversi i vantaggi di poter ricevere un rene nuovo prima di iniziare la dialisi: «Il ricevente evita lo stress e il dramma di entrare in dialisi, di mettersi in coda e fare tre volte a settimana 3-4 ore di terapia, di essere dipendente da un ospedale e da una macchina, di non poter più avere una vita libera. Inoltre anni di dialisi debilitano l’organismo: arrivare al trapianto prima significa affrontarlo stando ancora bene».
La donazione del rene non è stata una passeggiata, visto che donatrice e figlio hanno dovuto perdere peso e la madre è stata anche obbligata a smettere di fumare: «Per arrivare all’intervento hanno dovuto perdere tra i 15 e i 20 kg di peso; la mamma ha smesso di fumare dopo 40 anni le sue 40 sigarette quotidiane ed è arrivata alla donazione in forma ottimale». Il doppio intervento è andato alla perfezione e la madre ha commentato dopo l’operazione: “Il regalo più bello”