Mamma Ebe è morta: all’anagrafe Gigliola Giorgini, 88 anni, anche nota come la “Santona di Carpineta“, si è spenta ieri all’età di 88 anni all’ospedale Infermi di Rimini. A riportarne il decesso è l’edizione riminese del Corriere di Romagna: fatali, per questa figura controversa, protagonista negli anni scorsi anche di vicende giudiziarie, gli effetti di un tumore. Nativa di Pian Del Voglio, nel Bolognese, “Mamma Ebe” si era guadagnata l’appellativo di “Santona di Carpineta”, per il suo ruolo alla guida della congregazione ‘Pia Unione di Gesù Misericordioso‘. Molte persone le attribuivano la capacità di guarire attraverso un mix di pseudo-medicinali, placebo e preghiere. Uno dei centri in cui era solita ricevere i malati era una villa situata nella frazione cesenate, appunto, di Carpineta. Già all’inizio degli anni Ottanta la sua attività di presunta “guaritrice” finì sotto la lente di ingrandimento della magistratura, portandola a rimediare una condanna in appello,a Torino, a sei anni di reclusione nel maggio del 1985.



Mamma Ebe è morta: addio alla “Santona di Carpineta”

Nel gennaio 2002 “Mamma Ebe” subì l’arresto insieme al marito: un blitz della Polizia e della Guardia di Finanza, che avevano eseguito 28 ordini di custodia cautelare al termine di una lunga attività investigativa da parte della procura forlivese, li raggiunse proprio all’interno della villa di Carpineta. Molteplici le accuse nei loro riguardi: dall’associazione per delinquere all’esercizio abusivo e continuato della professione sanitaria, dal falso ideologico in ricette alla truffa continuata in concorso ai danni di ente pubblico, passando per sequestro di persona e maltrattamento di minori, fino ad arrivare alla truffa per motivi abietti ai danni di persone sofferenti nel corpo e nell’anima e all’esercizio abusivo di ambulatorio medico.



Tutto ciò non era bastato ad arrestare l’attività di “mamma Ebe”, che nel 2010 vide aprire a Pistoia due processi a suo carico con l’accusa di truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione medica: uno finì in prescrizione, l’altro si concluse con una condanna a 8 anni e mezzo di carcere. Nel 2017 “Mamma Ebe” era finita invece agli arresti domiciliari per la condanna, in via definitiva, a 4 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica. La Polizia di Forlì aveva infatti accertato che nella villa di Sant’Ermete, nel Riminese, dove “Mamma Ebe” viveva dal 2014, fosse al lavoro una piccola comunità di adepti impegnata nello svolgimento delle mansioni più disparate, volte a consentire alla “guaritrice” di continuare a ricevere le persone che intendevano fare affidamento sulle sue presunte doti. Proprio a Sant’Ermete si terranno i suoi funerali.

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