Mamma infermiera dona un rene al figlio 27enne, che si trovava in dialisi presso il reparto dell’ospedale “Molinette” di Torino nel quale opera la donna. Una splendida testimonianza di amore materno, arricchita dalle parole pronunciate dalla diretta interessata e pubblicate sulle colonne del “Corriere della Sera”: “Da 21 anni lavoro in dialisi e, quando 8 anni fa ho saputo della malattia di mio figlio, ho capito subito l’importanza di un organo. In Italia si può fare ed è un gesto che può salvare un’altra vita. È Natale e forse questa coincidenza è un segno tangibile che mio figlio abbia potuto ricevere, grazie alla mia possibilità di donare, l’unico regalo che veramente può cambiargli la vita in questo momento”.
L’infermiera ha quindi espressamente e pubblicamente voluto ringraziare l’ospedale Molinette e tutte le équipes, dai medici agli infermieri a tutto il personale sanitario, che hanno operato lei e suo figlio. Il ragazzo soffriva di una nefrite che stava gradualmente peggiorando, fino a quando, come si legge sul quotidiano, a un certo punto ha cominciato a degenerare in maniera piuttosto rapida negli ultimi mesi, fino a portarlo alla dialisi peritoneale.
MAMMA DONA RENE A SUO FIGLIO: LA STORIA MADE IN TORINO CHE COMMUOVE L’ITALIA
La vicenda della mamma che dona il rene a suo figlio e gli migliora letteralmente l’esistenza è caratterizzata da un epilogo giunto soltanto in seguito all’inserimento del 27enne nella lista trapianti. L’attesa sarebbe potuta durate molti anni, in quanto i pazienti che necessitano di organi nuovi sono molti, ma l’infermiera sapeva che, con il trapianto da vivente, i tempi si sarebbero potuti abbattere sensibilmente. È in virtù di questa consapevolezza che, come descritto dal “Corriere della Sera”, “si propone per donare un rene a suo figlio, con lo slancio protettivo di una madre e, allo stesso tempo, la consapevolezza dell’operatore di settore”.
A quel punto, madre e figlio vengono ricoverati in Nefrologia universitaria dall’équipe del professor Luigi Biancone “per l’avvio della terapia nefrologica anti-rigetto in area sterile e per la gestione clinica del trapianto, che è stato eseguito da un gruppo di chirurghi vascolari e urologi, diretti rispettivamente dal dottor Aldo Verri e dal professor Paolo Gontero, e con l’assistenza anestesiologica dell’équipe del dottor Roberto Balagna”.