Mamma uccide figlio di 17 mesi: condannata all’ergastolo

Negli Stati Uniti una donna è stata condannata all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale per aver ucciso il figlio di 17 mesi con una salvietta detergente. Heather Reynolds, donna di 45 anni del New Jersey, ha tolto la vita al suo bambino soffocandolo. Gli ha tappato il naso e la bocca con una salvietta detergente fino a quando il piccolo non ha smesso di respirare. Dopo averlo ucciso, la donna è scesa in strada per chiedere aiuto, fingendo che il piccolo avesse avuto un incidente. L’autopsia svolta sul corpicino della vittima ha però incastrato la mamma.



I fatti, come spiegano i media statunitensi, risalgono al luglio del 2019. Solamente in questi giorni, più di tre anni dopo, è però arrivata la condanna definitiva per la mamma. La donna è stata ritenuta colpevole anche di aver messo in pericolo il figlio, visto che in casa possedeva delle metanfetamine che erano anche a disposizione del bambino. I pubblici ministeri della contea di Camden hanno condannato la donna all’ergastolo, affermato che Reynolds è ritenuta responsabile di aver soffocato il figlio di 17 mesi, Axel, tenendogli una salvietta detergente sul naso e sulla bocca.



Mamma uccide figlio di 17 mesi: piccolo morto molto prima dell’arrivo dei soccorsi

La donna, subito dopo aver ucciso il piccolo Axel di 17 mesi con una salvietta detergente sul naso e sulla bocca, è uscita da casa chiedendo aiuto a gran voce, fingendo che il piccolo avesse avuto un incidente. La donna è arrivata perfino a stendersi con il piccolo nel giardino di casa, facendosi vedere disperata. All’arrivo dei soccorsi, ha affermato che il piccolo fosse morto dopo aver ingerito qualcosa di tossico. In realtà gli esami sul cadavere del piccolo hanno mostrato che era morto per asfissia, molto tempo prima dell’arrivo dei soccorsi.



Il corpicino del bimbo era pieno di lividi e lesioni, tanto che subito si è pensato a violenze subite. Al momento del delitto, la donna sarebbe stata sotto l’effetto di metanfetamine. L’evidente stato di alterazione l’avrebbe portata a perdere la lucidità fino a spingerla ad uccidere il figlio. Dopo aver provato a simulare un incidente, la donna è stata incarcerata e ora, più di tre anni dopo, condannata all’ergastolo.