PAGELLE MANCHESTER CITY REAL MADRID, IL LAMPO DI RODRYGO

Una finale anticipata prestata ai quarti di finale con un epilogo che più equilibrato era impossibile da pensare. Sono serviti i rigori per decretare chi tra Manchester City e Real Madrid avrebbe trovato il Bayern Monaco in semifinale. Dopo un’andata da PlayStation con sei gol, il ritorno rischiava di diventare una partita a scacchi. Le premesse erano state infatti confermate, almeno fino al 12′ quando Rodrygo al secondo tentativo in una frazione di secondi batte Ederson sulla ribattuta e porta avanti i Blancos.



A quel punto è un monologo del Manchester City con Guardiola che opera un solo cambio nei novanta minuti: Doku per Grealish. L’inglese aveva giocato una partita più che sufficiente, ma senza trovare il guizzo. Il belga ci mette poco ad entrare in clima partita e approfittando di un Carvajal stremato (uscirà per crampi prima dei rigori) semina il panico nella difesa madridista. Ancora poco cinica in zona gol e a volte troppo innamorato del pallone, ma l’ex Rennes sta mettendo le basi per arrivare tra i migliori al mondo. Tornando al campo giocato, colui che spesso viene additato di essere poco decisivo nei momenti clou si scrolla le critiche di dosso: inserimento, palla in porta e De Bruyne al 76esimo riporta tutto in parità.



MANCHESTER CITY REAL MADRID, LUNIN ALLA COURTOIS

Ancelotti corre ai ripari togliendo Kroos e Rodrygo per Modric e Brahim Diaz, quest’ultimo vicino ad un assist visionario capitato però sui piedi sbagliati ovvero quelli di Rudiger, probabilmente il miglior difensore al mondo in questo momento, ma di certo non un goleador. Di fatto unica e sola occasione di un supplementare più simile ad un patto di non belligeranza.

Nella lotteria Lunin si supera bloccando la conclusione centrale di Bernardo Silva e il penalty senza né capo né coda di Kovacic, una rigore debole e nemmeno angolato. Del Real Madrid sbaglia solo Modric mentre a Bellingham, Lucas Vasquez, Nacho e Rudiger non tremano le gambe. Ancelotti batte Guardiola nell’unico modo possibile, a detta dell’ex allenatore di Milan e Juventus. Rammarico per gli inglesi che nonostante 46 tiri tra andata e ritorno, una media del possesso palla introno al 62% e 22 calci d’angolo nella doppia sfida non riescono ad approdare in semifinale.



PAGELLE MANCHESTER CITY REAL MADRID, HAALAND MIGLIORA MA NON BASTA

Trovare colpevoli in casa Manchester City è difficile, anche se un nome è sicuramente meritevole di menzione ed è quello di Erling Haaland. Il norvegese, dopo un match d’andata completamente nel taschino di Rudiger, riesce ad emergere, in particolar modo nel primo tempo con un colpo di testa complicato trasformato in una traversa. Poco altro per lui se non qualche conclusione ben lontana dal bersaglio grosso. Insomma, un passo avanti rispetto all’andata ma vari passi indietro rispetto a ciò che ci si aspettava da un calciatore che i big match sembra patirli ancora.

Chi invece non ha patito il sostituire Courtois è Lunin. Il portiere ucraino, complice di un grave errore dopo meno di 100 secondi all’andata, si è riscattato come meglio non poteva. Ieri addirittura doppia cifra di parate, ben 10, anche se le due più importanti non vengono contate ovvero quelle sui due calci di rigore. Nel primo grande astuzia e mentalità nel rimanere fermo fino all’ultima, facendo fare ad un fuoriclasse come Bernardo Silva una pessima figura. Nel secondo viene aiutato come detto in una fiacca conclusione di Kovacic, ma va dato merito di aver indovinato l’angolo e neutralizzato il rigore del croato, visibilmente impaurito prima della battuta.

LE CHAVI TATTICHE

Se analizziamo il ritorno, possiamo notare due grandi verità che il cambio ci ha regalato. La prima è che la difesa del Real Madrid, al netto di grandi assenze come Corutois, Alaba e Militao, rivisto ieri per 10′ dopo mesi di assenza, è per rendimento tra le miglior. Il troppo spesso bistrattato Nacho ha dimostrato il perché di quella fascia da capitano indossata nella sfida più importante dell’anno fin qui, con tanto di calcio di rigore realizzato con estrema freddezza. Carvajal ha faticato, tanto, anche perché qua ci colleghiamo al secondo grande aspetto ovvero la fascia sinistra del Manchester City.

Poter permettersi il lusso di fare la staffetta Grealish-Doku è veramente qualcosa di unico, difficilmente realizzabile anche sui videogiochi, figuriamoci nella realtà . Giocatori tra l’altro simile per zona del campo ma diversi nel modo di interpretare il ruolo. In ogni caso, Carvajal ha retto bene con Grealish nonostante un’ammonizione rimediata mentre con Doku ha perso certezze ma di fatto vinto la battaglia. Una menzione d’onore la merita De Bruyne: per lui è arrivata l’eliminazione, ma l’impegno è stato encomiabile. E chissà come sarebbe andata se fosse stato disponibile all’andata…