De Pau autista del boss Michele Senese? “Era di più”

Antonio Mancini, oggi pentito, ex boss della Banda della Magliana, ha parlato a La7 di Giandavide De Pau, assassino delle tre donne prostitute a Roma. “C’è un’immagine che racconta Giandavide De Pau più di tante altre. Quella in cui è in mezzo a Michele Senese mentre discute animatamente con Massimo Carminati” chiede il giornalista. L’ex boss risponde dicendo che De Pau non era semplicemente un autista, ma un vero e proprio braccio destro, inserito nei discorsi dei boss e informato sui fatti: proprio per questo potrebbe aver ucciso le due prostitute cinesi e una terza colombiana.



Mancini spiega: “De Pau presente lì non può essere l’autista. Non ci sono autisti. Questo stava sentendo i cavoli di due boss. Era uno che sentiva i discorsi. Michele non si mette a chiacchierare ai quattro venti. Questo ammazza due donne, ammazza la terza, si allontana. Io la prima cosa che avrei fatto se avessi fatto una cosa del genere, mi sarei dato una lavata. Questo va in giro con il sangue che goccia. I serial killer sono quelli che vanno con i guanti, che logicamente lavorano sulla povera vittima. Questo era un carpentiere. Questo doveva farlo per forza quella cosa”.



“De Pau? Le vittime avevano visto o ascoltato qualcosa”

A La7, Antonio Mancini, ex boss della Banda della Magliana, spiega ancora: Per me quelle signore avevano visto o ascoltato attraverso lui racconti che non potevano sentire e lui aveva paura che lo raccontassero ad altri clienti. Pare che questo tizio abbia raccontato che c’era anche un uomo con la pistola dentro la casa delle prostitute. Allora non è matto, non è stato un raptus. Sei lucido, hai ammazzato tre persone, addirittura riesci a costruire un castello dove metti mezzo altra gente. Non era sotto effetto di cocaina. De Pau ha due possibilità per salvarsi: pentirsi o impiccarsi. Questa per Michele Senese è una macchia nera sul viso del camorrista puro. Secondo me lui collaborerà”.



Presente in studio anche Efe Bla, transessuale di origini turche che da anni esercita la professione di prostituzione in Italia: “O dobbiamo discutere la violenza che c’è nel mondo della prostituzione o chi affitta camere ai clienti. Non c’è privacy per il cliente? Loro per una sco**ta fanno tutto e di più. Qui parliamo di uno che ha voluto uccidere mentre sco**va. Noi cerchiamo un aiuto mentre voi ci mettete in difficoltà. Adinolfi? Quelli come lui ci vogliono molti. Ora il problema dell’Italia sono quelli che affittano le camere alle prostitute?”.