Aurelio Mancuso, fondatore di Equality Italia nonché ex presidente di Arcigay, si è schierato insieme a un comitato composto da centinaia di esponenti contro la GPA, ovvero la gestazione per altri. “È importante chiarire che nel campo largo della sinistra esiste un’area contraria. Non è progressista l’utero
in affitto ma il fatto che i bambini non si comprano, non si vendono, non si regalano”, ha affermato in una intervista ad Avvenire.



La Rete No Gpa, di cui è coordinatore, è nata nel 2019 “affinché in Italia queste pratiche restino un reato”. I membri ritengono che si stia infatti oltrepassando il limite dell’eticità in altri Paesi. “La vera preoccupazione è preservare per il futuro l’umanità e soprattutto i deboli: se diventa lecito vendere e regalare persone-oggetto, sarà lecito farne ogni altra cosa. Avere a disposizione corpi umani che si comprano e regalano in un’epoca di frontiera in cui la scienza e le tecnologie rendono possibili pratiche estreme è un rischio altissimo”.



Mancuso (Equality Italia): “Utero in affitto reato”. I diritti dei bambini

Aurelio Mancuso in tal senso ritiene che il “diritto al figlio” di cui parlano i sostenitori dell’utero in affitto e delle altre pratiche di Gpa non esista. “Intanto qui vediamo i diritti dei bambini calpestati dai bisogni degli adulti. Il diritto al figlio è una pura invenzione ideologica, non esiste alcuna Carta internazionale, nemmeno la nostra Costituzione, che lo concepisca. Avere un figlio è un comprensibile desiderio, ma farne un diritto – del più forte sulla pelle del più debole – è inaccettabile: il desiderio è legittimo dal punto di vista umano, non giuridico”, ha sottolineato.



Anche in merito all’operato delle gestanti, il fondatore di Equality Italia nonché ex presidente di Arcigay nutre dei dubbi consistenti. “A parte che a farlo sono sempre donne nel bisogno, rese schiave da contratti di cui non si parla mai, ma anche dovessero volontariamente partorire per soldi, non hanno alcun diritto di cedere quel bambino a chi gli pare”, ha concluso.