Violenza e crudeltà a Manduria, dove un uomo di 66 anni, Antonio Cosimo Stano, è morto dopo essere stato bullizzato per anni da alcuni ragazzi, molti dei quali minorenni. Le indagini delle forze dell’ordine stanno cercando di risalire a tutti i colpevoli e al momento sono stati individuati 6 minorenni e due maggiorenni, due ragazzi di 18 e 23 anni. La loro individuazione è stata possibile grazie ai filmati che gli stessi aggressori giravano con gli smartphone durante le incursioni punitive, e che sono circolati per moltissimo tempo sul web. Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, si è recato a Manduria con l’inviato Introcaso, di fronte alla casa della vittima. «Guardate la porta – spiega il giornalista – si vedono i segni delle scarpe, dei calci che i ragazzi le davano. La porta è inoltre scardinata nonostante sia blindata, a testimonianza di quante volte fosse stata colpita». Come in altri casi di violenza domestica, ci si domanda come mai nessuno abbia praticamente mosso un dito per salvare il povero Antonio Stano, salvo una denuncia risalente allo scorso 4 aprile: «Antonio gradava “aiuto, polizia”, ma nessuno ha fatto nulla, perché?». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANDURIA, IL DRAMMA DI ANTONIO STANO

A Storie Italiane gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda di Manduria, dove un uomo di 66 anni, Antonio Stano, è stato segregato in casa e massacrato da un gruppo di ragazzini membri di una baby gang. La vittima era oggetto di violenze già da tempo, anni addirittura. Ieri è stato confermato l’arresto di otto persone, di cui sei minorenni. “Non c’è violenza che non sia stata ripresa e mandata sul web, è tutto documentato dagli stessi autori dei reati”, è emerso nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri. La quasi totalità della comunità di Manduria era a conoscenza di quello che accadeva a scapito di Antonio Stano, il pensionato 66enne segregato in casa e ucciso da una baby gang. “Sono rimasti sordi alle invocazioni di aiuto del povero Stano […] chi ha visto, chi ha sentito, non ha avuto la sensibilità di chiamare in quel momento l’intervento della polizia e dei carabinieri”, ha aggiunto il procuratore in conferenza. Don Saracino, ospite in studio nella trasmissione di Raiuno ha definito “aberrante”. Il sacerdote ha commentato la vicenda: “hanno girato loro firmandosi anche la condanna, sono anche coscienti e lo hanno mandato in giro, c’è una crisi antropologica, c’è un fatto di disprezzo della vita umana, degli autori di questo ma non solo”, ha aggiunto.



MANDURIA, ANTONIO STANO UCCISO: LE REAZIONI

Di fronte a una vicenda simile, anche un uomo di chiesa come don Saracino ha dubitato del perdono di Dio: “ho dubitato che Dio ci possa perdonare, che Dio ci perdoni faccio fatica a capirlo”, ha aggiunto. La stessa conduttrice, Eleonora Daniele, si è detta incredula, tutti gli appelli sono stati inascoltati, come spiegato dallo stesso procuratore. Sui video choc emersi fino ad oggi, Rosario Trefiletti li ha definiti un “documentario dell’orrore”. A sapere quello che accadeva a Manduria era anche il parroco che solo tardivamente ha chiesto aiuto ai carabinieri ma nessuno ha fatto nulla. C’è oggi chi parla di “dramma sociale gravissimo” che però non riguarda solo la cittadina pugliese ma anche l’intero territorio nazionale. A commentare l’assurda vicenda anche Leda Bertè: “è una totale mancanza di umanità, di rispetto per l’essere umano, questo non dipende solo dai ragazzi ma le basi credo siano nella scuola, nei genitori, nella società. Deve essere rivisto tutto non solo a Manduria ma a livello nazionale”, ha chiosato.

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