Sono state confermate le misure cautelari in carcere per gli 8 ragazzi di Manduria, sei minori e due maggiorenni, che sono accusati di aver fatto parte della baby gang che per lungo tempo ha vessato e torturato Antonio Cosimo Stano. I giudici del Tribunale del Riesame di Taranto hanno respinto quindi tutte le istanze presentate dalle difese che chiedevano la liberazione dei propri assistiti o una misura alternativa. Gli indagati, tutti incensurati, sono Gregoria Lamusta (19 anni) e Antonio Spadavecchia (23 anni), entrambi detenuti nel carcere di Taranto. I sei minori invece, di età compresa tra i 16 e i 17 anni, sono rinchiusi nel carcere minorile di Bari. Sul loro capo pendono contestazioni gravi come quelle di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio con l’aggravante delle lesioni. Il collegio difensivo, come riportato da Repubblica, ha già annunciato ricorso. (agg. di Silvana Palazzo)
LE INDAGINI PROSEGUONO
È una vicenda ancora tutta da chiarire quella della morte di Antonio Stano, il pensionato 66enne morto il 23 aprile scorso a Manduria. Non ci sono ancora i risultati dell’autopsia per poter stabilire se la morte dell’uomo è da attribuire alle continue percosse subite dalla baby gang. In carcere ci sono 8 giovani, di cui due maggiorenni, oltre a sei indagati. Tra il materiale al vaglio degli inquirenti molti video e messaggi vocali che si scambiavano. “Chi l’ha visto?” ha interpellato Remo Epifani, sostituto procuratore della Repubblica di Taranto. «Bisogna vedere nello specifico quali erano i fatti denunciati e che seguito hanno avuto», ha dichiarato in merito alle denunce fatte da Antonio Stano. Ma pare che siano stati segnalati degli episodi anche dai vicini: «Lo scopo delle indagini è anche verificare se e quali silenzi vi siano stati e se ci sono state delle segnalazioni che non hanno avuto corso». Intanto il numero degli indagati cresce: «È superiore a quello dei soggetti attinti da provvedimenti restrittivi», conferma Epifani. A proposito di Cosimo Mandurino, un altro cittadino vittima di aggressioni da parte di minori, ha dichiarato: «Ovviamente anche questa vicenda è oggetto di accurato approfondimento». Si attende la decisione sulla richiesta dei difensori dei ragazzini riguardo la scarcerazione o gli arresti domiciliari. (agg. di Silvana Palazzo)
OGGI LA DECISIONE DEL RIESAME
Novità oggi per il caso di Manduria che ha visto la morte del pensionato 66enne Antonio Stano, vittima delle violenze della baby gang. Oggi il Riesame deciderà sui minori coinvolti nella vicenda. Il caso è stato affrontato anche dalla trasmissione Storie Italiane che ha trasmesso l’intervista ad un amico della vittima, il quale ha ammesso di non aver mai saputo nulla di quello che subiva. “Eravamo amici di infanzia, era una persona dolce, umile e buona nonostante le vessazioni e le torture a cui era sottoposto”, ha raccontato. “Lui continuava a fare del bene e inviava soldi per bambini maltrattati. Non ha mai raccontato cosa accadeva, questi ragazzi approfittavano del suo essere solo e debole, credo che si sia isolato per il suo disagio psichico. Il suo disagio evidentemente era molto profondo”. Ma in paese sapevano davvero in tanti ciò che Stano era costretto a subire da anni? Spiega l’amico: “Loro (i bulli, ndr) si vantavano online ma solo tra i loro iscritti”. Oggi, intanto, è arrivato l’atteso giorno del Riesame anche per i minorenni dopo che la settimana scorsa c’era stata la richiesta di scarcerazione dei due maggiorenni. A pronunciarsi sarà il Tribunale dei Minori di Taranto.
MANDURIA, CASO STANO: IL COMMENTO DI MARZIALE E DON BRUNO
Nella giornata di oggi, inoltre, dovrebbe giungere anche la decisione sulla posizione dei due maggiorenni arrestati per i fatti terribili di Manduria. Da ciò si potrà capire anche l’evoluzione che potrebbe prendere la vicenda. A commentare a Storie Italiane la situazione è stato Marziale, che ha spiegato: “quando parliamo dei diritti dei minori la percezione può essere sbagliata da parte dell’opinione pubblica. I minori hanno diritti ma anche doveri, qui si tratta di criminalità allo stato puro e non bullismo. Non c’è dubbio che hanno il diritto di essere puniti. Noi come comunità adulta ce li stiamo vedendo sfuggire di mano. Se da anni lo torturavano, la comunità adulta dov’era?”. Trasmesso anche un servizio con l’intervista ai coetanei degli indagati, i quali per anni hanno saputo delle violenze a scapito di Antonio Stano senza però intervenire. “Noi non sappiamo niente, veramente…”, ha detto un giovane. “Ho visto qualcosa, non tutto perchè erano scene molto brutte. L’ho visto sul mio telefono”, ha ammesso una ragazza. “Io non ho nessun idolo, eroe o punto di riferimento… baso tutto su me stesso”, il commento di un coetaneo. Don Bruno sconvolto: “E’ spaventoso… il fatto che il cerchio si stia allargando ci dice che non si trattava di un numero ristretto di delinquenti ma di una cultura confermata dalle interviste dei coetanei. Questi giovani vanno messi in comunità, vanno fatti studiare e lavorare, devono prendersi delle responsabilità”.