Ci sono due video inediti che documentano gli atti di bullismo della cosiddetta “banda degli orfanelli” di Manduria. I filmati sono stati presi dagli inquirenti dagli stessi cellulari dei ragazzi ma sono stati trovati anche negli smartphone di amici e conoscenti. Li ha mostrati “Chi l’ha visto?” nella puntata di oggi. Nel primo si vedono i ragazzi mentre passano davanti all’abitazione di Antonio Cosimo Stano, pensionato 66enne morto il 23 aprile scorso dopo le aggressioni della baby gang. Si rivolgono a lui prendendolo in giro: «La bici dov’è? La bici non c’è più», gli chiedono. Pochi giorni prima infatti l’uomo aveva denunciato il furto della sua bicicletta. Ma c’è un altro video che però non riguarda Stano: la vittima è un’altra, quindi ci sono altri casi di bullismo. In quest’altro filmato un uomo minaccia di chiamare la polizia perché i ragazzi lo prendono in giro e gli lanciano dei sassi. Lui prova a difendersi, ma loro continuano a molestarlo, poi la situazione si fa concitata e quando lui esce lo picchiano, aggredendolo a calci, tra le risate di tutti.
MANDURIA, NUOVI VIDEO “BANDA DEGLI ORFANELLI”
La “banda degli orfanelli” dunque non aveva preso di mira solo Antonio Cosimo Stano: c’è una seconda vittima, di cui non è stata resa nota l’identità. All’orrore non c’è fine: c’è quindi un altro uomo che ha subito le vessazioni di questa baby gang. Loro filmavano tutto e poi pubblicavano i video nella loro chat WhatsApp. Ci sono molti capitoli aperti nell’inchiesta, infatti si stanno aprendo diversi filoni. Come quello che riguarda Cosimo Mandurino, indigente di Manduria con deficit dell’apprendimento a cui è stata incendiata la sua casa. Stando a quanto riportato da La Voce di Manduria, il 61enne si è presentato nella caserma dei carabinieri per una deposizione spontanea riguardante l’episodio criminale di cui è stato vittima. L’uomo, conosciuto in città come “Mimino motorino”, ha offerto indicazioni utili per il riconoscimento di almeno due componenti della banda. Questa baby gang è diversa da quella conosciuta come la “banda degli orfanelli”, ma non si può escludere una conoscenza tra loro, visto che sono stati trovati alcuni messaggi nella loro chat in cui si fa riferimento all’episodio dell’incendio della casa di “Mimino motorino”. Inoltre, nei cellulari sequestrati agli “orfanelli” sono state ritrovate immagini che ritraggono l’appartamento in fiamme.