Amadeus e i Maneskin, storia di un grande amore: “Con loro il Festival di Sanremo ha una marcia in più”

Tra i super ospiti di questa terza serata del Festival di Sanremo 2023 ci sono i Maneskin. Una decisione, quella di coinvolgere il gruppo guidato da Damiano, che ha come sempre dato adito a discussioni e confronti accesissimi sui social, tra chi gioisce e chi invece storce il naso per la loro partecipazione al Festival. “Io li invito ogni anno a prescindere, perché per me Sanremo è legato a loro, sono pazzeschi e il Festival ha una marcia in più quando ci sono i Maneskin”, ha detto sicuro Amadeus alla vigilia della kermesse, sottolineando il feeling speciale che ha instaurato con il gruppo.



Tutto pronto quindi per l’esibizione più attesa, almeno per quanto riguarda gli ospiti, con la band pronto a scatenarsi direttamente sul palco dell’Ariston. Ma come dicevamo, nonostante il grande successo raccolto in tutto il mondo, non tutti fanno i salti di gioia per la partecipazione dei Maneskin al Festival di Sanremo e basta sbriciare in rete per comprendere quanto Damiano e il resto del gruppo siano divisivi.



Maneskin al Festival di Sanremo 2023, consensi in tutto il mondo ma quante polemiche! Il critico Spencer: “Sono loro che dovrebbero salvare il rock and roll?”

Anche dagli addetti ai lavori, infatti, arrivano critiche dure. Sulla famosa rivista The Atlantic, ad esempio, l’esperto Spencer Kornhaber è stato tranciante. “Questa è la rock band che dovrebbe salvare il Rock and Roll?”, si è domandato nella recensione di Rush!. Il giornalista ha quindi ripercorso la carriera dei quattro ragazzi e non è stato affatto morbido a proposito del loro ultimo lavoro musicale: “Sicuramente fanno musica con ingredienti molto audaci. Ma il primo album, in gran parte in inglese, mostra con forza come in realtà il fascino della band non sia la loro musica. Le canzoni sono chiaramente riciclate, così sfacciatamente mediocri, tanto che l’idea del gruppo che accende una guerra culturale tra rock e pop – e con essa, stereotipi su realtà e falsità, passione e prodotto – sembra nella migliore delle ipotesi tragica”.



Pure in Italia, dove il consenso è alto, il celebre violinista italiano Uto Ughi, non ha avuto freni nel definire il gruppo “un insulto alla cultura e all’arte”. “Non ce l’ho particolarmente con loro, ogni genere ha diritto di esistere ma quando si fa musica, non quando si urla e basta”, ha detto.