I Maneskin conquisteranno il mondo?, si chiede il New York Times, uno dei due quotidiani più importanti d’America. La notizia non è tanto la domanda posta, quanto che un tale autorevole giornale, che lanciò il giovanissimo Bob Dylan per intenderci, si occupi del gruppo italiano. I Maneskin in ogni caso sono già catapultati nel music business che conta, lo dimostra il modo come dopo la vittoria all’Euro festival si siano sbarazzati in pochissimo tempo della loro storica manager, Marta Donà (nipote della moglie di Adriano Celentano, Claudia Mori). Un vero gesto degno delle più scafate rock band di sempre, quelle che non guardano in faccia niente e nessuno pur di avere successo. Lei non l’ha presa bene: “Abbiamo trascorso 4 anni indimenticabili pieni di sogni da esaudire e di progetti realizzati. Io vi ho portato fino a qui. Da adesso in poi avete deciso di proseguire senza di me. Ho il cuore spezzato ma vi auguro il meglio dalla vita ragazzi”. Era stata proprio lei, quando faceva da ufficio stampa al programma X Factor, a capire le potenzialità del gruppo romano e a mettersi a lavorare per loro. Ma in questo mestiere non si guarda in faccia a niente: “Stiamo lavorando a nuova musica e programmando anche un tour in Europa” hanno commentato laconicamente sui social, facendo capire che hanno bisogno di un manager più scafato e più potente. E quel manager, suggerisce sempre il New York Times, potrebbe essere nientemeno che Simon Cowell, l’inventore di X Factor e degli One Direction. Più scafato di lui…



MANESKIN CONQUISTANO ANCHE SIMON COWELL?

Se c’è qualcuno in grado di realizzare la domanda del New York Times è proprio Cowell. Non è ancora ufficiale, ma sembra proprio che abbia intenzione di prendere il gruppo romano sotto le sue ali. Ma chi è? 61 anni, sembra uscito dalla serie televisiva Vinyl, che racconta avventure e disavventure di un discografico di successo che viene travolto e poi si rialza, tra droga e alcol. Anche Cowell infatti ha vissuto una vita simile. Figlio d’arte, il padre era a sua volta un discografico, entra giovanissimo come fattorino alla Emi, la casa discografica dei Beatles, per scalarne i gradini. Preso dalla smania di successo, fonda una sua etichetta ma fallisce ogni colpo e si trova in mezzo alla strada a trent’anni. “Perdere tutto è la lezione migliore che ho imparato. Sono tornato dai miei genitori e sono ripartito. La mia vita era un cliché. Avevo macchine, case, e tutto era superiore ai miei mezzi. Ho speso troppo e le cose poi sono implose” dice al proposito. Si reinventa come personaggio televisivo, è l’ideatore di show di successo internazionale, come X Factor e Got Talent, realizzati con la Syco Entertainment. Oggi ha un patrimonio stimato in 43, 5 milioni di dollari. Chi lo ha visto come giudice a X Factor o a Pop Idol ha capito che personaggio è: duro, sfrontato, non presta attenzione al politicamente corretto e non manca di insultare i concorrenti ai talent show. Salutista convinto, ma fumatore incallito. Amante dell’educazione e del rispetto, ma capace di sparare senza pietà sui concorrenti. Cinico fino al midollo, è l’uomo che porterà i Maneskin in cima al mondo. Il New York Times può stare tranquillo.

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