Sicuramente Damiano, il cantante dei Maneskin, avrà pure delle bellissime cosce, come ha tenuto a sottolineare durante l’esibizione del gruppo romano al festival californiano di Coachella: “Se vedete una ragazza con le cosce più belle delle mie, fatemelo sapere” ha detto. Un altro appuntamento di grande spessore per i vincitori di Sanremo e Euro Contest, apparire a uno degli eventi rock più celebrati al mondo. Come sempre Damiano non si è fatto scrupolo ad apparire con quelli che lui e i suoi compagni di band (e chi li veste, non dimentichiamo che i più importanti stilisti del mondo della moda fanno a gara per preparare loro costosissimi abiti speciali) considerano abiti trasgressivi. Essere trasgressivi nel 2022 fa un po’ ridere, ma non diteglielo a Damiano e soci, a quanto pare a loro piace considerarsi tali in un mondo dove tutto è già stato reso trasgressivo da decenni. A loro piace il genderfluid, come la moda comanda, apparire un po’ maschi e un po’ femmine e Damiano in calze a rete, giarrettiere, mutande di cuoio stile bondage (?) lo ha dimostrato ulteriormente. Certo, visto che il rocker si è speso a sostegno dell’Ucraina con frasi impegnate (ha citato un brano dal film di Charlie Chaplin Il grande dittatore) e da vero rocker ha mandato a quel paese Putin (che ci immaginiamo come si sarà spaventato) prima di parlare di belle cosce magari avrebbe dovuto pensare a tutti i suoi coetanei che le cosce e le gambe le hanno perse in guerra.



Di altro spessore ci è parsa invece l’esibizione di un altro vincitore di Sanremo, Blanco, che ha cantato in piazza San Pietro davanti anche lui a una folla oceanica, i circa 80mila giovani giunti da tutta Italia per incontrare Papa Francesco. Vestito di bianco, accompagnato da un pianista, ha cantato un brano, la toccante Blu celeste (appariva nel suo disco di esordio) senza particolari ammiccamenti alle mode e alle trasgressioni. Anzi. Il brano prescelto è una canzone che parla di un lutto, la morte di un fratello, e di tutto il dolore senza risposta che permane dopo un evento simile. Non ha fatto proclami, non ha mandato a quel paese nessuno. Ha alzato forte una sorta di preghiera, indirizzandola forse al Papa, chiedendo una risposta davanti al dolore. Blu Celeste racconta la solitudine e il dolore, il senso di colpa e l’impotenza che si provano quando si perde una persona cara. Il dolore che prova Blanco è un dolore che si percepisce per tutta la durata del brano, è straziante quel «perché a me» che si sente flebile tra le note dell’ultimo ritornello.



«E mi metterò al riparo Mentre imparo ad accettarlo Che sе il tempo l’ha già fatto Ora sei un mio ricordo». Un dolore difficile da accettare e con cui fare i conti, nonostante il passare del tempo. Quella raccontata nella canzone è una storia personale a cui tiene particolarmente, che ha messo in musica per accettare il dolore della perdita e per far immedesimare chi ascolta nel suo dolore, un dolore comune a chiunque abbia perso una persona importante come un fratello. Alla fine del brano Blanco “fa pace” con il suo dolore, liberandosi del suo peso da leva’. Nonostante l’usuale protesta del vescovo di Sanremo, quello che da anni tuona contro la kermesse rivierasca, che ha detto che Blanco non era degno di esibirsi a San Pietro, meglio le parole di Don Michele Falabretti della Cei, organizzatore dell’evento: «Blanco dà voce alle inquietudini e agli stati d’animo dei ragazzi: è un dono».

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