«Non mi candido, Napoli è un Comune vicino al fallimento»: sono detonanti le parole di Gaetano Manfredi, ex Ministro dell’Università nel Governo Conte-2, giunte ieri sera con una lettera oggi ripresa dal Mattino. Sembrava invece tutto pronto, con la riunione bizzarra in un bar di Posillipo tra i responsabili Pd e M5s della città di Napoli in vista delle prossime Elezioni Comunali in autunno: dopo il fallimento dell’alleanza benedetta da Letta e Conte a Roma, Torino e Bologna, anche Napoli ora rischia di non trovare un asse completo nel Centrosinistra. Gaetano Manfredi (e non Roberto Fico, che rischia di fare la fine di Zingaretti a Roma) ex rettore dell’Università Federico II e già ministro del governo di Giuseppe Conte, era il prescelto come candidato a sindaco per le amministrative di Napoli.



Poi però la lettera di Manfredi lascia tutti di stucco, con gravi accuse alla situazione finanziaria del Comune amministrato per due legislature dal sindaco Luigi de Magistris (prossimo candidato alla guida della Regione Calabria): «Mentre tante napoletane e napoletani, oltre che esponenti politici nazionali e locali, mi sollecitavano a valutare la disponibilità a candidarmi a Sindaco il cuore fibrillava e la testa ragionava. Lusingato e riconoscente, come è mia abitudine, mi sono messo a studiare. E ho scoperto il dolore».



CAOS CENTROSINISTRA A NAPOLI

Nel vertice di Posillipo tre parlamentari del M5s – Gilda Sportiello, Alessandro Amitrano, e Luigi Iovino – hanno incontrato il segretario e il presidente Pd di Napoli Marco Sarracino e Paolo Mancuso (presente anche la responsabile dei Gd Ilaria Esposito) con l’accordo di fatto chiuso sul nome di Manfredi. Ma le accuse sul rischio default del Comune in pre-dissesto dal 2013 ribaltano di nuovo tutto: «Al momento la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani». Parole ancora più dure quando scrive «il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passività superano abbondantemente i 5 miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto. Un dissesto che dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore».



Letta reagisce chiedendo ai Dem della Campania di farsi carico del livello di accuse lanciate da Manfredi, «giuste preoccupazioni, ora serve appello alla responsabilità di tutti», mentre Giuseppe Conte su Facebook aggiunge «Il Movimento5Stelle sarà in prima fila per portare avanti questo ‘Patto per Napoli’ e per realizzare questo intervento legislativo di riequilibrio, che anzi intendiamo estendere anche alle altre città metropolitane». Le alternative restano il Presidente della Camera Roberto Fico o l’ex Ministro Enzo Amendola, caldeggiato in particolare quest’ultimo da Calenda e Azione. Per Fico il commento dopo l’accusa di Manfredi sembra andare verso l’autocandidatura: «Da Presidente della Camera condivido totalmente l’appello accorato di Gaetano Manfredi, che ama come me la città di Napoli. Il tema del dissesto finanziario del Comune deve riguardare tutti i partiti politici, nessuno escluso […] Per quanto riguarda l’accordo tra M5S-centrosinistra c’è l’assoluta garanzia che si proseguirà nel percorso avviato».