Claudio Martelli, direttore del giornale “Avanti!” ed ex vicepresidente del Consiglio dei Ministri, è intervenuto in collegamento audiovisivo con Massimo Giletti a “Non è l’Arena” su La 7, in occasione della puntata andata in onda nella serata di domenica 20 febbraio 2022 e dedicata totalmente all’approfondimento su Tangentopoli, a 30 anni dall’inizio delle indagini. L’ex esponente del PSI (Partito Socialista Italiano) ha aperto il proprio discorso di fronte alle telecamere televisive dicendo che, in verità, “le questioni principali sono altre, come l’abuso della carcerazione preventiva”.



Infatti, ha sottolineato, “in un Paese normale non hanno il benché minimo valore le prove raccolte attraverso quella tortura vera e propria di cui abusava in particolare il dottor Di Pietro, del tipo: ‘O parli o io fondo la chiave della cella e tu non esci più di qua’. Pur di uscire di cella, la gente si inventa anche a proprio danno o ingigantiva eventuali reati: va da sé che siamo di fronte a una manipolazione della verità, oltre che della realtà”.



CLAUDIO MARTELLI: “TANGENTOPOLI NON NACQUE NEGLI ANNI NOVANTA, MA GIÀ DOPO LA LIBERAZIONE”

Nel prosieguo del suo discorso, Claudio Martelli è tornato con la memoria allo scandalo divampato negli anni Novanta, a proposito del quale ha rilasciato una dichiarazione che non concede troppo spazio alla mera retorica: “Non c’è ombra di dubbio che vi fosse una corruzione diffusa nella forma del finanziamento illecito, che però non è esplosa dal 1992… Tangentopoli c’era almeno da quando esisteva la Repubblica. Verso la fine del Secondo Millennio c’è stata Mani Pulite, ma Tangentopoli c’era da sempre, già da dopo la Liberazione, con la Resistenza”.

A quel punto, dinnanzi a tali parole, il conduttore Massimo Giletti non si è potuto tirare indietro e ha chiesto a Claudio Martelli se Tangentopoli sia tuttora presente e radicata nella nostra società. Questa è stata la risposta del giornalista: “Non c’è dubbio, forse sono cambiate le sue forme. Sono minori i finanziamenti ai partiti e ben maggiori quelli ai singoli”.

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