In Italia ci sono state molte manifestazioni di protesta, recentemente molte anche pro-Palestina. Il 5 ottobre non ce ne dovrebbe essere un’altra perché non ha ottenuto l’autorizzazione per motivi di ordine pubblico.
Le comunità ufficiali dei palestinesi in Italia hanno accettato il divieto rinviando una loro manifestazione al 12 ottobre. Altri gruppi politici, più i cosiddetti giovani palestinesi, pare che abbiano deciso di manifestare ugualmente, appellandosi al diritto alla libertà di espressione, che per la verità sembra che non sempre sia tutelata laddove sono loro a controllare certi ambienti.
Cresce frattanto la condanna pressoché unanime nei confronti della rappresaglia israeliana a Gaza e ora all’operazione iniziata nel Sud del Libano. Sembra comunque che molti dimentichino quello che è successo il 7 ottobre e prima ancora il pluridecennale problema di convivenza fra israeliani e palestinesi. Notate che non dico fra ebrei e musulmani.
La maggior parte dei Paesi, Italia compresa, ritengono che occorra trovare una soluzione politica al conflitto, stabilendo l’esistenza di due Stati. Purtroppo, Hamas e altri vorrebbero semplicemente cancellare Israele, come ha già fatto l’Iran sulle carte geografiche nelle sue scuole, mentre in Israele ora è in atto il progetto, poco attuabile, di cancellare Hamas e altri.
In questa situazione pare che manchi un’altra manifestazione: quella di chi, partendo dalla proposta dei due Stati (che, secondo me, per ora è solo il male minore), non vuole alimentare l’odio fra le parti, di per sé inevitabile alla luce di quello che sta accadendo. Infatti se anche venisse trovata, forse imposta dalla realtà, la soluzione dei due Stati, vi sembra possibile che israeliani e palestinesi potrebbero convivere pacificamente in un clima come quello attuale, alimentato dai seminatori di odio, anche da quelli che lo fanno, stranamente, in nome di una pace che prevede quella eterna dell’avversario?
I cristiani, per loro per vocazione, potrebbero, dovrebbero, essere i promotori di una tale manifestazione, di un tale movimento. I comunisti, o quelli che comunque non si vergognano di essere legati a una tradizione internazionalista, non potrebbero, non dovrebbero, tirarsi indietro. I liberali, i liberal, che hanno attualmente nell’America della Harris il loro principale riferimento, una volta tanto potrebbero, dovrebbero, dimostrare al mondo che nella loro lotta per i diritti quello alla vita, alla vita in pace, non è proprio da scartare.
Quella famosa unità costruita attorno alla costituzione, dove è finita? Come può non essere ritrovata in questo momento? Non ho fatto riferimenti, notate, al conflitto tra Russia e Ucraina, ma mi sembra chiaro che quanto detto possa valere anche in quel caso.
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