Dopo il via libera del Senato, è arrivato il commento del premier Conte sulla manovra 2020. Intervenuto ai microfoni di Di Martedì, il giurista M5s ha annunciato un bonus fino a 2 mila euro per chi paga con la carta di credito: «Stiamo facendo gli ultimi calcoli, credo che arriveremo a far trovare nei conti correnti sino a 2 mila euro sulla base degli acquisti che si accumuleranno, non solo con la carta di credito. Offriremo un ampio ventaglio di pagamenti digitalizzati anche a zero euro». Giuseppe Conte si è poi soffermato sulla lotta all’evasione, uno dei punti più importanti dell’agenda del Governo giallorosso: «Ci frutterà molto, il nostro tesoretto è di 100 miliardi di euro. Ricaveremo molto da questa lotta, da questo gruzzolo potremo destinare una parte per tagliare le tasse, del 20%, del 30% ma anche fino al 50%». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



MANOVRA 2020, BAGARRE IN AULA SU CANNABIS LIGHT

Bagarre ieri in Aula al Senato durante l’approvazione della Manovra 2020. Momenti di tensione in particolare allo stop della legge sulla liberalizzazione della canapa industriale, la cannabis, con un principio di Thc ( tetraidcrocannabinolo) inferiore allo 0.5%. La presidente Elisabetta Casellati ha dichiarato inammissibile il tutto e di conseguenza è scattata la rivolta dei grillini, che hanno gridato al “golpe”, parlando di decisione politica. Nello scontro in Aula è intervenuto anche lo storico segnatore Ignazio La Russa, di fratelli d’Italia, che nel frattempo dava del drogato al senatore Airola: «Sei un drogato!». «Quello sulla Cannabis è un tipo di intervento – le parole della Casellati motivando il divieto di vendita – che non è tecnicamente possibile inserire in un comma della Legge di Bilancio – come prescritto dalla Corte Costituzionale – perchè “disciplina in maniera del tutto innovativo” un intero settore dell’ordinamento. Un intervento di questo tipo – aggiungeva la presidente del senato – si può fare solo attraverso un apposito disegno di legge». Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Salvini, che prendendo la parola ha spiegato ironico: «Ringrazio la presidente a nome di tutte le comunità di recupero d’Italia. Evitata la vergogna dello Stato spacciatore». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANOVRA 2020, OK DEL SENATO: LA LEGGE DI BILANCIO SUPERA L’ESAME

Ottiene la fiducia in Senato la Manovra 2020. Nelle scorse ore l’Aula di Palazzo Madama ha approvato il maxi emendamento sulla Legge di Bilancio con 166 sì e 128 no, per poi dare il via libero definitivo con 158 sì e 108 no. Il testo passerà ora alla Camera per l’ultima decisiva votazione, dopo di che diventerà legge. Soddisfatto il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, che ha ammesso, subito dopo il voto: “Il voto del Senato ci consegna una maggioranza solida e coesa – le sue parole riportate da Il Fatto Quotidiano – e una manovra che esce non solo confermata ma anche rafforzata nel suo impianto. Con un governo insediato da pochi mesi, che ha ereditato una situazione difficile, questa legge di bilancio può essere considerata un piccolo miracolo”. Il voto ha comunque creato le ennesime spaccature all’interno del Movimento 5 Stelle, con i senatori grillini Cataldo Mininno, Lello Ciampolillo, Primo Di Nicola e Mario Michele Giarrusso, che non hanno partecipato al voto. Paragone, storico “dissidente” del M5s, ha invece votato no. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANOVRA 2020 OK AL SENATO: CONTINUANO LE OPERAZIONI DI VOTO

«Italia viva voterà la fiducia e soprattutto esprime soddisfazione sul fatto che l’Iva non aumenterà, ma nel Governo serve un cambio di passo»: così Matteo Renzi intervenendo al Senato poco prima del voto sulla Manovra 2020 annuncia il proprio voto di fiducia al Governo Conte-2 scongiurando il possibile “strappo” dopo che l’accordo su Plastic tax, Sugar tax, Quota 100 e Prescrizione è tutt’altro che vicino. «Per noi il bicchiere è più che mezzo pieno», garantisce Renzi nelle intenzioni di voto a Palazzo Madama anche se lancia subito nuovi “messaggi” agli alleati, «il governo deve stare attento a non giocare sulle tasse. Poi abbiamo molte cose da fare. Il Paese è in stagnazione. Il reddito di cittadinanza, quota 100, condono, sono stati errori e se fosse per me li abolirei oggi pomeriggio». Prossimo step, chiarisce ancora l’ex Premier dem, le micro-tasse già contrastate da Italia Viva in CdM: «Nei prossimi mesi il Parlamento dovrà intervenire. La plastic tax non consentirà ai mari di essere più puliti ma ai lavoratori a vivere con maggiore difficoltà». In chiusura del suo discorso, Matteo Renzi non si placa «Pensiamo che questo Parlamento dovrà intervenire allo stesso modo sulla sugar tax, non è la cultura del semafori quella che serve, rischia di colpire aziende italiane. No a proposte semplicistiche e demagogiche». Nel frattempo, sempre sul fronte Iva, arrivano notizie tutt’altro che positive per le prossime Leggi di Bilancio future: «Per il 2021 il governo dovrà sterilizzare 20,124 miliardi di clausole, tra Iva e accise, che diventano circa 27 miliardi nel 2022», si legge nella relazione tecnica alla Manovra, dopo le ultime modifiche in Commissione Senato. Il conto è purtroppo salatissimo: nel 2021 andranno bloccati aumenti dell’Iva per 18,903 miliardi e delle accise per 1,221 miliardi.

MANOVRA 2020, IL MAXIEMENDAMENTO

Mentre la discussione e i lavori del Senato sono in palese ritardo sull’agenda prefissata del Governo Conte-bis – il voto di fiducia non arriverà prima del tardo pomeriggio-inizio serata – fanno ancora discutere la maggioranza alcuni stralci al maxiemendamento imposti dalla Presidenza del Senato, oltre alle novità emerse sul delicato tema della Quota 100. Italia Viva chiedeva la piena eliminazione della riforma pensionistica a firma Lega-M5s, ma Di Maio e Conte si sono opposti e la “mediazione” ha portato a questa ultima novità evidenziata poco fa in Aula: aumentano i risparmi da Quota 100, dovuti a un numero di domande di pensionamento anticipato minori rispetto a quelle stimate. Per il 2020 «il maxi emendamento alla Manovra prevede altri 300 milioni di euro risparmiati, che si sommano agli 1,7 miliardi già messi in conto dal Def», mentre per il 2021 gli ulteriori risparmi salirebbero fino a 900 milioni di euro e per il 2022 invece la stima parla di 500 milioni. Come riporta l’Ansa, in totale si tratta di circa 3,8 miliardi in tre anni. Ancora per lo scontro Casellati-M5s sulla cannabis light, è intervenuto il Ministro per i Rapporti col Parlamento D’Incà alla ripresa dei lavori in Senato per il voto sulla Manovra 2020: «Pur rispettando la decisione e l’autonomia della presidente del Senato, che ha ritenuto inammissibile l’emendamento per la stabilizzazione del settore legato alla produzione e commercializzazione della canapa, non posso non rimanere amareggiato».

GLI ALTRI “STRALCI” AL MAXIEMENDAMENTO

L’Aula del Senato ha subito due sospensioni consecutive con la ripresa dei lavori che ora dovrebbe essere ufficializzata alle 16.45: prima alle 15 e poi alle 16 era stata riconvocata l’Aula dopo che il testo del maxiemendamento alla Manovra di Bilancio 2020 era tornato in Commissione Bilancio a causa dello stop imposto dalla Casellati sulla cannabis light e sulla Tobin Tax, entrambe le norme inserite preventivamente nella Legge Finanziaria. L’ira del M5s non si è placata, alimentata anche dall’intervento dell’ex Ministro Salvini e dallo scontro accesissimo tra Alberto Airola (senatore grillino) e Ignazio La Russa (FdI): «i commi stralciati non hanno effetti dal punto di vista della finanza pubblica e anche quelli che hanno effetti sono limitatissimi. Non ravvisiamo la necessità di una nuova relazione tecnica, la ragioneria dello Stato aggiornerà la relazione barrando le norme inammissibili», ha chiarito in aula il viceministro dell’Economia Antonio Misiani (Pd) mentre la Casellati ha immediatamente replicato «Capisco che erano tutte ornamentali, come volevasi dimostrare». La Presidenza del Senato ha poi definito inammissibili le norme in materia di «commissari straordinari, sul personale delle province, sulle modifiche al decreto Sblocca Italia, su modifiche alla legge delle concorrenza, di giustizia amministrativa, sulla magistratura contabile, cambiale digitale, educazione civica, banche di credito cooperativo, informatizzazione Inail, agenda digitale della Pa, misure per l’innovazione e sull’organizzazione del ministero della Giustizia», riporta l’Agenzia Ansa. Il voto di fiducia dovrebbe arrivare comunque entro sera, sempre che tenga l’accordo di maggioranza in queste ore delicate e dai continui scontri/frecciate anche tra le diverse anime del Governo Conte-bis.

STOP A CANNABIS LIGHT E TOBIN TAX

Con un acceso scontro in Aula si è aperta la giornata decisiva in Senato che porterà al probabile via libera del Governo Conte-2 alla Manovra di Bilancio 2020 tramite il voto di fiducia, richiesto poco fa dal Ministro D’Incà prima della pausa pranzo a Palazzo Madama. Dopo vertici, rinvii e liti interne tra Pd-M5s-Italia Viva-LeU (tutt’altro che terminate, ndr) si è giunti ad una bozza complessiva carica di emendamenti riuniti in un unico maxiemendamento che dovrà essere votato dal Parlamento questo pomeriggio. I tempi della “road map” sono strettissimi e già le opposizioni contestano che la legge più importante dell’anno di fatto non venga discussa in una delle due Camere (Montecitorio dovrà approvare praticamente a scatola chiusa altrimenti c’è il rischio di sforare il 31 dicembre 2019 e far scattare l’esercizio di bilancio provvisorio) con l’altra, il Senato, che oggi offre una lunga diretta (qui sotto lo streaming video da Palazzo Madama, ndr) con un’unica votazione su tutti gli emendamenti riassunti insieme. Sono circa 1000, un carico abnorme di lavoro che per forza di cose non potrà prevedere una discussione specifica su ciascun punto: «si va da decine di micronorme, che riguardano realtà locali, alla plastic e sugar tax passando per la tassa sulla fortuna; dai ritocchi alle accise sui carburanti alle misure legate alla riscossione degli enti locali», ben riassume l’Agenzia Ansa nel presentare le strutture generali della Manovra di Bilancio 2020 preparata dal Governo Conte-2.

MANOVRA 2020: GOVERNO RISCHIA TRA EMENDAMENTI E RINVII

Dicevamo dello scontro che in apertura ha visto la Presidente Casellati e il M5s come assolti protagonisti: il Senato alla partenza della discussione sulla Manovra 2020 ha posto il giudizio di inammissibilità delle norme sulla cosiddetta liberalizzazione della cannabis light. Il provvedimento inserito all’ultimo dal M5s puntava ad alzare il livello consentito di Thc per legge, trovando l’opposizione netta di Italia Viva interna al Governo e di tutto il Centrodestra nelle opposizioni. A quel punto due esponenti del M5S hanno chiesto alla presidente Elisabetta Casellati di dimostrare che la scelta non sia stata «frutto della pressione della sua parte politica», e la senatrice ha ribadito con forza «è stata una decisione meramente tecnica. Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge». Poco dopo arriva il plauso della Lega con il leader Salvini che spiega «Ringrazio la presidente a nome di tutte le comunità di recupero d’Italia. Evitata la vergogna dello Stato spacciatore». Mentre però il Governo annunciava la fiducia con il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà (inserendo un maxiemendamento che include le modifiche al provvedimento approvate dalla commissione Bilancio del Senato), la Presidente del Senato ha cominciato anche il giudizio di inammissibilità delle norme Tobin Tax (avrebbe introdotto un’aliquota dello 0,04% su alcuni tipi di transazione finanziarie online) e lo slittamento da luglio 2020 al 1 gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l’energia. Se il via libera arriverà al Senato – i numeri, dopo gli ultimi passaggi da M5s alla Lega nei giorni del caso-Mes, sono tutt’altro che sicuri – alla Camera non resterà che confermare con voto compatto la Manovra 2020, stante proprio il rischio di altre letture della Finanziaria che porterebbero l’Italia all’esercizio provvisorio. La Lega ha già annunciato di voler ricorrere alla Consulta per l’esautorazione di una Camera dai propri poteri.