SI APRE IL CANTIERE DELLA MANOVRA DI BILANCIO 2025: COMPLESSIVI 55 MILIARDI, ECCO I PRIMI AIUTI PER LE FAMIGLIE
«Buon senso e serietà»: su questo duplice cardine fissato oggi dal messaggio social della Premier Giorgia Meloni si concentra la Manovra di Bilancio 2025, snodo ancora più fondamentale nell’ottica di una complessa finanza pubblica che dovrà tenere assieme il rinnovo degli aiuti alle famiglie e imprese italiane, assieme ai conti in ordine per il rinnovato Patto di Stabilità. Se già con l’addio a Superbonus e Reddito di Cittadinanza il Governo ha dato il segnale nelle precedenti Manovre, dal MEF come da Palazzo Chigi arriva chiaro l’indirizzo: «La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo. Tutte le risorse disponibili devono continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori».
Con i lavori preparativi iniziati ad agosto che entrano ora nel vivo, il “cantiere” della Manovra 2025 prevede cifre complessive sui 55 miliardi di euro (che non sarà il costo finale della Finanziaria, ndr), ovvero la somma delle spese per il rinnovo delle misure adottate nella precedente Manovra tra aiuti, bonus, sconti di tasse e taglio del cuneo fiscale. Come scrive oggi l’ottimo “recap” di Michela Finizio su “Il Sole 24 del Lunedì”, di quei 55 miliardi circa 19 servono per il rinnovo delle 9 misure (su 25 complessive) in scadenza il prossimo 31 dicembre: il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori è l’elemento centrale, riconfermato dal Governo anche nella prossima Manovra, e da solo vale circa 11,7 miliardi all’anno. A seguire la decontribuzione passato sui media come un sostanziale “bonus mamme”: si tratta della misura che per mezzo miliardo di euro consente il sostegno sul fronte contributivo per le madri dipendenti con 2 o più figli.
L’intera polemica della scorsa settimana sull’Assegno unico occupa poi un’altra parte sostanziosa della bozza da 55 miliardi complessivi: Meloni e Giorgetti hanno smentito categoricamente i’abolizione del sussidio, che andrà però riverificato e “limato” specie sui destinatari dell’Assegno per i figli (il costo si aggira sui 19 miliardi secondo i calci del Sole24). Altri aiuti che dovranno essere valutati nella Manovra 2025 sono i bonus gas-luce, il bonus nido (con 3.600 euro annui in base all’ISEE del richiedente e al numero di figli come tetto massimo), i 15 miliardi per coprire le minori entrate di Irpef (tagliate secondo l’anticipazione del primo CdM post-estate) e infine sia il bonus psicologo e che quella per badante/aiuto agli anziani.
NADEF, UE E MANOVRA 2025: LE SCADENZE DA QUI A FINE 2024
Sempre nel calcio complessivo degli aiuti alle famiglie che potrebbero trovare spazio nella Manovra 2025 emergono le misure “minori” ma comunque incidenti nell’ottica di un bilancio generale familiare: dal canone Rai in riduzione alla carta “Dedicata a te” fino all’innalzamento dei fringe benefits per non parlare della seconda mensilità dei congedi parentali così come la garanzia all’80% per il Fondo mutui giovani per la prima casa. A livello operativo tutte le misure che compongono il gran cantiere da quasi 60 miliardi di euro dovrà essere valutata per bene dal Ministero dell’Economia con Giorgetti stesso che poi dovrà incrociare le richieste con le scadenze necessarie, arrivando a creare la bozza definitiva da inviare poi in Europa.
Dovendo rimanere nel regime del rapporto deficit-Pil (3%, con impegni aggiuntivi per i Paesi come il nostro che hanno eccessivo debito), il MEF dovrà lavorare di cesello per comporre prima la Nadef (nota di aggiornamento al DEF) e poi ovviamente la Manovra 2025 vera e propria. Dalle richieste Ue sull’Assegno unico (con l’Italia che ha pendente una infrazione europea sulla misura familiare) fino ai tentatici complessi di modificare l’istituto dell’ISEE, il lavoro non sarà immediato e soprattutto non facilissimo: entro fine settembre il Governo dovrà inviare la Nadef alla Commissione Ue e inoltre per rispettare il Patto di Stabilità dovrà essere prodotto entro e non oltre il 20 settembre 2024 il Piano Strutturale di medio termine con inseriti i “sunti” complessivi di quanto poi verrà aggiunto alla Manovra 2025.