Si avvia l’intricato (e per certi versi tortuoso) percorso che porterà il governo presieduto da Giorgia Meloni a definire i dettagli della Manovra 2025 da chiudere entro fine ottobre: i nodi da sciogliere sono parecchi a partire dalle pensioni, per arrivare fino al preannunciato e promesso taglio delle tasse con la riconferma anche per il prossimo anno del taglio del cuneo fiscale e della riduzione delle aliquote Irpef; mentre si fa sempre più strada anche l’idea di alleggerire il carico sui cosiddetti ceti medio fino ad ora ignorati.
Proprio a quest’ultimo punto sembra star lavorando senza sosta in queste ore il dicastero di Giancarlo Giorgetti con l’obiettivo di confermare quanto più volte preannunciato negli ultimi mesi dal suo vice Maurizio Leo: l’idea per il taglio delle tasse è di aumentare la platea dei beneficiari dell’aliquota Irpef intermedia e di ridurre – al contempo – la percentuale attualmente versata nelle casse dello Stato; ma il punto più complicato (oltre alle idee e alle proposte) è trovare i necessari finanziamenti per portare a casa le misure.
Ad oggi – infatti – buona parte delle risorse destinate al Fisco sono già state riservate dalla non ancora scritta Manovra 2025 ai già citati taglio del cuneo fiscale e riduzione degli scaglioni Irpef: misure che di per sé costano qualcosa come (rispettivamente) 10 e 4 miliardi che nel primo caso sono già stati trovati, ma nel secondo sembrano mancarne ancora qualcosa come 200 milioni; mentre la misura ipotizzata da Leo e Giorgetti ne costerebbe – secondo il Sole 24 Ore – circa altri 4 miliardi.
Manovra 2025, l’ipotesi al vaglio del Mef per il taglio delle tasse: aliquota Irpef al 33% e ‘sconti’ fino al 10%
Insomma, seppur manchi da sciogliere il nodo economico il dicastero giorgettiano sembra intenzionato a tirare dritto – forse facendo anche fede al gettito atteso dal Concordato preventivo biennale per le Partite Iva – e già dalla Manovra 2025 potrebbe fare la sua comparsa il promesso taglio delle tasse: il risparmio complessivo per il contribuente (e a breve vedremo nel dettaglio come) dovrebbe attestarsi al 2% dell’attuale versamento, che salgono ulteriormente al 10% per i redditi tra i 50 e i 60mila euro.
Il come è (almeno sulla carta) semplice perché basterebbe aumentare di circa 839mila contribuenti la platea della fascia media Irpef – portandola dall’attuale finestra tra i 28mila e i 50mila euro fino ad un massimo fissato a 60mila -, mentre l’attuale tassazione al 35% (43 per gli 839mila contribuenti citati poco fa) verrebbe ridotta al 33%: a beneficiarne sarebbero in totale quasi 8 miliardi di contribuenti che attualmente versano circa un quarto del complessivo gettito Irpef; ma con una copertura che (forse, lo sapremo solo nei prossimi giorni) potrebbe essere difficile da trovare nella Manovra 2025.