La manovra prevede aiuti per chi ha due figli, ma il primo arriva a costare il triplo. Lo evidenziano i dati Istat sui consumi riferiti al 2022. La spesa media mensile di una giovane coppia cresce di 414 euro al mese con l’arrivo del primo figlio. Si aggiungono altri 172 euro al mese con il secondo figlio. Quindi, fare un figlio aumenta del 14,6% i costi di una famiglia, invece avere due figli incide per circa un terzo sul budget mensile, causando un ulteriore incremento delle uscite al mese del 5,3%. L’arrivo del terzo o quarto figlio è ancor più oneroso perché, come evidenziato dal Sole 24 Ore, fa crescere di un altro 6,7% le spese. Dunque, è il primo figlio a far lievitare i costi mensili del nucleo familiare. Il primo figlio è più oneroso del secondo per le “economie di scala” generate, ad esempio, dal riutilizzo di prodotti. Ma pesano anche i rincari post-Covid.



Si tratta di una fotografia importante, visto che l’Italia contro la denatalità. Il potenziamento degli aiuti da parte del governo per chi ha almeno un figlio stride col “peso” economico maggiore del primo figlio evidenziato dai dati Istat. Infatti, la spesa alimentare mensile di una coppia con un figlio sale di 227 euro, quella di una famiglia con due figli di altri 63 euro, altri 127 euro per nuclei con almeno tre figli. Sulle spese di abbigliamento, calzature e trasporti, invece, incide soprattutto il secondo figlio. Per quanto concerne i consumi legati alla casa, l’aumento è di 180 euro al mese in media per una famiglia con un figlio.



CONSUMI IN CALO, LE FAMIGLIE ITALIANE TAGLIANO LE USCITE

Inoltre, la capacità di spesa delle famiglie si è contratta. Al netto dell’inflazione, nel 2022 i consumi sono calati dell’11% sul 2019, stando ad una elaborazione del Sole 24 Ore su base Istat. Questo porta le famiglie a fare delle rinunce trasversali. La flessione dei consumi reali emerge in tutte le categorie, al netto della casa, che resta la prima voce di spesa, incluse bollette e ristrutturazioni. Se aumentano le spese in alimenti per bambini (+90,3%), succhi di frutta e verdura (63,7%), si contraggono invece quelle in alcuni segmenti come quello dei cereali per la colazione (-14,3%), uova (-11,4%), oli e grassi (-20,5%).



La spesa si è abbassata maggiormente in settori lontani dalle necessità primarie, come abbigliamento e calzature, in calo del 22% tra il 2019 e il 2022 a prezzi costanti, così come beni per la ricreazione, spettacoli e cultura, la cui spesa è scesa del 37%. Ci sono picchi del -38,3% nei servizi ricreativi e sportivi. Infine, come riportato dal Sole 24 Ore, tra il 2019 e il 2022 si è registrata una contrazione nei consumi legati ai trasporti (-20%) e delle spese in mobili e articoli per la casa (-16%), ma anche all’istruzione (-19%) e alla salute (-17%).