Ne stiamo parlando da più di un mese, seguendo l’onda dei media che hanno posto la massima attenzione, sulle proposte della maggioranza di Governo sulla novella Legge di bilancio, facendolo divenire quasi un tormentone: una discussione infinita su tutto e su tutti coloro che avevano l’ingrato compito di comporre tale decreto che stendesse le fondamenta alla manovra fiscale per il 2020. Ora si è arrivati finalmente al dunque: il Senato ha approvato la Legge di bilancio, che ora dovrà essere votata dalla Camera, ma è probabile che non sarà aperta a modifiche, in modo che venga approvata così com’è prima del 31 dicembre e si eviti di entrare nel cosiddetto “esercizio provvisorio di bilancio” (se la legge fosse modificata dalla Camera, infatti, dovrebbe passare nuovamente al Senato per entrare in vigore, con tutte le lungaggini del caso).
Rispetto alla versione iniziale ed emendata in commissione prima, sono due i provvedimenti più massicci eliminati: una nuova Tobin tax (una tassa dello 0,04% sulle transazioni finanziarie), la molto discussa norma relativa alla liberalizzazione della cannabis light, giudicata inammissibile in quanto “estranea alla materia”, e la sospensione dell’erogazione del reddito di cittadinanza nel caso in cui si svolgano lavori brevi. Restano previste invece: la cosiddetta “sterilizzazione delle clausole di salvaguardia”, la tassa sulla plastica, che è stata ridotta dall’iniziale euro per ogni chilo di plastica prodotta a 45 centesimi, ed entrerà in vigore solo a metà 2020, la cosiddetta “sugar tax”, l’imposta sulle bevande che contengono molti zuccheri, che partirà a ottobre 2020. Per le politiche ambientali è stato anche stanziato un fondo da 4,24 miliardi di euro per lo sviluppo di un “Green New Deal” italiano tra il 2020 e il 2023, una serie di investimenti orientati verso la riduzione degli effetti del cambiamento climatico.
Il Governo ha previsto anche lo stanziamento di 3 miliardi di euro per il 2020 e di 5 miliardi per il 2021 per la riduzione del “cuneo fiscale” per quei lavoratori che guadagnano meno di 35.000 euro l’anno lordi: il cosiddetto cuneo fiscale è la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro. La norma riguarderà circa 15 milioni di lavoratori che riceveranno in media un centinaio di euro in più al mese (in questi 100 euro sono già inclusi gli 80 euro del bonus Renzi, per chi già lo percepisce). È stato inoltre approvato l’aumento delle accise sui carburanti, che porterà a un aumento delle entrate statali stimato in 1,2 miliardi nel 2021 e di 1,7 miliardi nel 2022. È stata aumentata anche la cosiddetta tassa sulla “fortuna”, cioè sulle vincite ottenute da giochi, lotterie e slot machines, che salirà al 20% oltre i 500 euro.
Tra le misure più importanti, poi, c’è l’istituzione di un “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia”, con una dotazione di circa 2 miliardi di euro per i prossimi due anni, in cui confluiranno tutte le politiche governative a sostegno delle famiglie. È poi previsto l’abbattimento delle spese della Presidenza del Consiglio e dei ministeri per un valore complessivo di 977 milioni di euro per il 2020, 967 milioni per il 2021 e 953 milioni per il 2022.
Tra le misure che riguarderanno la sanità c’è l’eliminazione dal prossimo ottobre del superticket, ovvero una tassa aggiuntiva di 10 euro che le regioni possono decidere di applicare oltre il normale costo del ticket. È stato inoltre confermato lo stanziamento di 235 milioni per l’acquisto di strumentazione di diagnostica di primo livello da parte dei medici di base.
Si è arrivati anche all’approvazione del decreto fiscale. Le novità rispetto agli anni passati sono:
– L’uso del contante con l’abbassamento della soglia da 3.000 a 2.000 euro a decorrere dal 1° luglio 2020 e a 1.000 euro dal 1° gennaio 2022. Parallelamente viene sancito l’obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici con carte e bancomat nel commercio al dettaglio. Ai commercianti, che subiranno un aggravio delle commissioni bancarie verrà introdotto, a loro favore, un credito d’imposta del 30% sul totale di tali oneri.
– Viene abbassato l’aumento delle pene detentive per i delitti di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione, non caratterizzati da condotte fraudolente, lasciando immutate le soglie di punibilità per i delitti di omesso versamento di ritenute e di Iva (150.000 e 250.000 euro). Resta confermata la pena massima di 8 anni per la dichiarazione fraudolenta. Viene inoltre limitata l’applicabilità della confisca per sproporzione ai reati tributari più gravi.
– Per l’RC auto si estende l’obbligo per l’impresa di assicurazione di assegnare al contratto relativo a un ulteriore veicolo, anche di diversa tipologia, la medesima classe di merito risultante dall’ultimo attestato di rischio conseguito sul veicolo già assicurato, anche in tutti i casi di rinnovo di contratti già stipulati in precedenza.
– Per la rottamazione ter viene posticipato dal 31 luglio al 30 novembre 2020 il termine per il versamento di somme dovute a titolo di definizione agevolata.
– Arriva il bonus Tari per le famiglie disagiate. Si prevede che i cittadini in condizioni economico-sociali disagiate accedano a condizioni tariffarie agevolate alla fornitura del servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani. Semaforo verde anche per la riduzione delle sanzioni per i ritardatari di Imu e Tasi.
– Si prevede l’erogazione di 40 milioni di euro, che andranno nel Fondo per le emergenze nazionali, per fronteggiare le emergenze connesse con gli eccezionali eventi meteorologici occorsi nei mesi di ottobre e novembre in diverse regioni del territorio nazionale.
– Scende dal 22% al 5% l’Iva (“tampon tax”) solo per tamponi e assorbenti compostabili e biodegradabili.
– Viene rinviata al primo luglio 2020 la lotteria degli scontrini.
Non c’è molto da commentare oltre a quello già fatto abbondantemente in queste pagine in precedenza: tuttavia non possiamo minimamente non giudicare quello accaduto sino a qui e il comportamento del Governo Conte 2 nell’affrontare la Legge di bilancio 2020. Prima di tutto, siamo d’accordo, come molti dicono, nell’affermare che purtroppo per il Paese siamo in balia di governanti che, per ovviare alle incapacità strutturali e legislative, usano il metodo del rinvio a “momenti migliori”. Ciò è il segno di una palese mancanza di responsabilità, quasi un menefreghismo: insomma vale la morale “è impossibile per noi intervenire, per varie ragioni, introducendo delle soluzioni ad hoc per ribaltare la situazione economica e sociale della Nazione: perciò arrangiatevi e state a galla il più possibile”. L’assurdo, com’era stato ampiamente previsto dagli scettici e dalle opposizioni, è che non c’è una norma in questa Legge di bilancio che rispetti i paletti posti dagli esperti dell’esecutivo giallo-rosso, interventi volutamente reclamizzati come panacea di tutti i mali. Infatti, in fase di preparazione in commissione, la discussione sull’attuazione dei provvedimenti in senso negativo o positivo qual si voglia è stata molto travagliata e si è rischiato più volte la crisi di governo: bene tutto ciò non solo, nel decreto approvato è sparito, ma quel poco che ha resistito al tagli, è stato ridotto ai minimi termini, in modo da non creare troppo disturbo e accontentare un po’ tutti le frange diverse che compongono il team presieduto da Giuseppe Conte.
Il secondo aspetto, quello più grave, che non è stato migliorato nulla: la famigerata lotta all’evasione, la questione gravosa dell’ecosistema, lo sforzo per cercare il lavoro mancante perfino, per assurdo, il minacciato aumento e l’introduzione di nuove tasse, che quanto meno potevano mettere un freno al biblico disavanzo di bilancio. Come al solito si è cercato di salvare “capre e cavoli”, soprattutto per non scontentare i poteri forti finanziari e non. Abbiamo sperato che poi alla fine qualcosa cambiasse in meglio o quanto meno si superasse la soglia della tragedia di un’infinità che ormai da anni ci circonda e purtroppo appare sempre più tossica.
Concludendo, e questa affermazione vuole essere la fine di uno scenario super negativo, dobbiamo per forza sperare che il buono prima o poi venga fuori, che vi siano delle nuove e stabili fondamenta per un rilancio della persona, del cittadino: non vogliamo più saperne di un’Italia allo sfascio. Basta!