Lo scorrere dei giorni avvicina sempre più la data della presentazione della manovra di bilancio e ciò rende sempre più evidente come sia centrale il tema della quantificazione delle risorse da impegnare. L’individuazione e quantificazione delle stesse, come sempre, non è agevole e sembra una corsa ad ostacoli non sempre solo naturali. A rendere complesso il quadro giunge poi la notizia del buon andamento delle entrate. Nella prima parte di quest’anno, infatti, è stato registrato su questo versante un incremento delle entrate per 19,2 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2023 (+6,2%).
Il ministro dell’Economia Giorgetti ha subito frenato gli entusiasmi, sottolineando che il buon risultato non deve essere automaticamente letto come un tesoretto a disposizione. La sua dichiarazione va letta nel senso che occorre analizzare la sua formazione per verificare quanto dell’incremento sia strutturale e quanto invece sia legato ad un sussulto dell’economia e, dunque, non strutturale. L’intento del ministro è meritorio, posto che il Governo dichiara di voler introdurre misure stabili e non a tempo per cui è corretta la volontà di prestare massima attenzione alle coperture.
In questo scenario non è secondaria poi la volontà del Governo di rispettare le raccomandazioni di Bruxelles, che invita a rendere il sistema fiscale più favorevole alla crescita, con particolare attenzione alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e in linea con gli obiettivi di sostenibilità fiscale, anche riducendo le spese fiscali e aggiornando i valori catastali, garantendo al contempo equità e progressività e sostenendo la transizione verde.
L’invito di Bruxelles, tuttavia, è un po’ ampio, tanto da rischiare di apparire come il libro dei sogni. Le intenzioni declinate sembrano tutte cose da farsi, ma come sempre il tutto e subito si scontra con la necessità di essere pragmatici. È di ieri, infatti, la notizia che la Volvo (casa automobilistica di proprietà cinese) corre ai ripari rivedendo la strategia di conversione totale all’elettrico, motivando la retromarcia con la necessità di adeguarsi alle richieste del mercato. Nella stessa direzione vanno le dichiarazioni di Draghi, che ha sottolineato come l’Europa debba riformarsi e questo è una necessità ineludibile, pena la sopravvivenza delle istituzioni europee stesse e finanche di quelle preposte alla solidarietà atlantica.
Ne consegue, quindi, che la legge finanziaria e ancor prima il Piano strutturale di bilancio, che dovrà essere pronto per il prossimo 20 settembre, sono impegni da non sottovalutare. D’altronde un caposaldo del Piano strutturale è il principio per cui gli obiettivi programmatici pluriennali di spesa potranno essere rivisti solo in casi particolari e dovranno essere monitorati entro il 30 aprile di ogni anno. In questo contesto il tema delle coperture da assicurare alla legge finanziaria assurge a priorità.
Il ministro dell’Economia con la sua dichiarazione sul surplus di entrate ha già trovato la destinazione del tesoretto? Andranno alla riduzione del deficit?
Il quadro, dunque, è complesso e la prudenza è un obbligo, per cui se tesoretto c’è, è giusto che sia valorizzato. Lo stesso presidente Mattarella ha dichiarato a Cernobbio che “abbattere il debito è una necessità ineludibile. Ma il giudizio dei mercati sulla credibilità è opinabile”.
Quello che appare sempre più certo, invece, è che per l’individuazione delle risorse da utilizzare per la manovra di bilancio si punti decisamente sul contrasto indiretto all’evasione fiscale. Questo obiettivo lo si vuole realizzare attraverso una spinta da dare alle adesioni al concordato preventivo che dovrà formalizzarsi entro il prossimo 31 ottobre. Il MEF dal concordato preventivo punta ad avere una stima anticipata dei prossimi incassi che dovranno venire dal versamento delle imposte sui redditi e dell’Irap. La moral suasion che il Governo vuole attuare, per spingere le partite IVA ad aderire al concordato preventivo, passa per 2,7 milioni di alert che verranno recapitati nei prossimi giorni con l’obiettivo di “mostrare” alle partite IVA il proprio grado di affidabilità fiscale.
L’Agenzia delle Entrate, invece, non sembra essere interessata alla moral suasion, posto che è in “ritardo” con la pubblicazione delle proprie idee su come debba attuarsi il concordato preventivo biennale. L’adesione al nuovo istituto, infatti, è complicata dalle molteplici casistiche create dai diversi interventi normativi che si sono succeduti per agevolare e/o contrastare l’accesso al concordato preventivo.
Sembra confermato, invece, come non sia in agenda il tema della razionalizzazione della spesa pubblica.
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