A gennaio ci sarà un “tagliando” del Governo Conte-2: non appena sarà approvata la Manovra 2020 e incardinata la riforma elettorale proiettata ad un proporzionale “corretto”, i 4 partiti di Governo dovrebbero trovarsi in un ennesimo “vertice” dove ristabilire il programma di riforme per il futuro e dove, eventualmente, annunciare eventuali strade “alternative” che possano ad esempio prevedere cambi di maggioranza o ancor più clamorosamente il ritorno alle urne anticipate se non si dovesse trovare più la “quadra” attorno al Premier Giuseppe Conte. È proprio il Presidente del Consiglio ad lanciare il monito questa mattina parlando in primis sulla verifica da lanciare ad inizio gennaio: «faremo una verifica sulla tenuta del Governo, ma solo dopo l’approvazione della Legge di Bilancio». Le complicanze su tasse, Mef, prescrizione, Ilva e Alitalia hanno rischiato di far saltare il banco nel mese di novembre-inizio dicembre, ora però il Governo giallorosso deve superare lo snodo cruciale della Manovra 2020: l’agenda ha tempi strettissimi e non si possono escludere del tutto ostacoli e novità “clamorose” nel passaggio in Aula con il più che probabile voto di fiducia, poi da gennaio però se tutto “fila liscio” «chiederò alle forze politiche di condividere un percorso anche sul piano del cronoprogramma fino al 2023 e delle priorità che andremo a realizzare. Il Paese chiede chiarezza, non possiamo proseguire con dichiarazioni o differenti sensibilità».
MANOVRA, IL “TAGLIANDO” E L’AVVISO DEL PD
Il “tagliando” arriva da lontano, già lo aveva chiesto Beppe Grillo nell’ultimo vertice con Di Maio quando rinnovò la fiducia nel leader M5s ma chiese anche una “verifica” di programma con Pd e Renzi: «Consentiteci di completare l’ultimo miglio la manovra, una volta che sarà approvata ci dedicheremo a progetto un futuro migliore per il mostre Paese e a progettare le riforme strutturali necessarie, e una magna pars del tavolo sarà dedicata a un programma per realizzare in modo più efficace gli investimenti. Tre le direttrici: una razionalizzazione delle risorse pubbliche rafforzando il partenariato tra pubblico e privato, semplificare il quadro regolatorio e ridurre gli oneri burocratici», ha concluso il Premier Conte intervenendo al Rome Investment Forum 2019. Prime risposte positive arrivano dal Pd con il Segretario Zingaretti (ultimamente più in sintonia con il Premier rispetto a quanto non avvenga tra Di Maio e Conte, ndr) che rilancia «Chiudiamo bene la Manovra economica. Poi, con il presidente Conte, lavoriamo ad una nuova agenda 2020 per riaccendere i motori dell’economia, per creare lavoro, per sostenere la rivoluzione verde, per rilanciare gli investimenti, per semplificare lo Stato, per sostenere la rivoluzione digitale, per le infrastrutture utili, per investire su scuola, università e sapere. Alleanza vuol dire condivisione e avere a cuore gli interessi dell’Italia». In mattinata aveva parlato Bettini (Pd) confermando in toto la proposta di Conte ma lanciando un ultimatum agli altri compagni di Governo, «A gennaio avremo una verifica di governo. Conte si presenterà con una sua agenda e terrà conto anche delle cose successe. Discuteremo un programma che o si approva o non si approva. Non possiamo stare sospesi ogni giorno alle dichiarazioni di Di Maio o a quelle di Renzi che prima vuole il maggioritario poi il proporzionale, prima dice che si deve eleggere il Presidente della Repubblica, poi che si può andare anche a votare subito. Questo non va bene».