Ammonta a oltre 2 miliardi di euro il valore delle misure in manovra che impattano sull’agroalimentare italiano, a tutela di un comparto strategico per la crescita del Paese. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti attraverso la quale l’associazione ha inteso fare il punto sui provvedimenti che toccano il settore agricolo inseriti nella manovra, provvedimenti che spaziano dall’esenzione Irpef all’azzeramento dei contributi per i giovani imprenditori agricoli, dal credito di imposta esteso al primo trimestre 2023 contro il caro energia alle risorse per la sovranità alimentare, dai buoni lavoro per semplificare le assunzioni al fondo per l’innovazione e la digitalizzazione fino al contenimento dei cinghiali e ai contributi per il fermo pesca.
“Si tratta – commenta presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – di una finanziaria nel complesso positiva poiché il Governo è riuscito a dedicare la giusta attenzione al settore agroalimentare, attraverso importanti novità e la conferma di misure strategiche per il sostegno delle attività imprenditoriali agricole. Avremmo tutti voluto certamente qualcosa di più, ma occorre tenere conto dei limiti e della situazione economica del Paese”.
Sovranità alimentare ed energia
Punto forte della manovra sul fronte alimentare è, in particolare, il fondo per la sovranità alimentare finalizzato – spiega Coldiretti – a rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale anche con interventi per valorizzare il cibo italiano di qualità, ridurre i costi di produzione per le imprese, sostenere le filiere e garantire la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari in caso di crisi di mercato. Per questo fondo sono stati stanziati 100 milioni di euro nel triennio.
Il raggio d’azione delle misure della manovra tocca poi anche il caro energia contro il quale viene riconosciuto per il primo trimestre 2023 il credito di imposta in favore delle imprese agricole, della pesca e per i conterzisti, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati, credito di imposta riconosciuto anche per la spesa sostenuta per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali.
Sempre sul fronte energetico, vengono prorogati e potenziati i crediti d’imposta per le imprese “non energivore” e per le imprese che devono acquistare gas, come pure viene ridotta l’Iva sul gas metano per usi civili e industriali (5%) per il primo trimestre 2023. Sono poi annullati gli oneri generali per il sistema elettrico e ridotti quelli del sistema gas, senza dimenticare la riduzione dei costi relativi alla tassazione sui mezzi di trasporto agricoli.
La riforma dei voucher
Ma soprattutto va rilevato l’arrivo del nuovo sistema di prestazioni occasionali che sostituisce i vecchi voucher, definito da Coldiretti importante nelle campagne perché introduce una rilevante semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese.
“Il provvedimento – afferma Prandini – riconosce le specificità del settore agricolo con la necessità di rispettare i cicli stagionali della produzione di fronte ai cambiamenti climatici per non perdere i raccolti rimediando alla carenza di manodopera resa più evidente dall’emergenza Covid che ha ostacolato gli ingressi alle frontiere dei lavoratori stranieri, che rappresentano una componente importante per le attività agricole. Per questo siamo grati al Governo per aver accolto le nostre sollecitazioni attraverso uno strumento flessibile, semplice ed economico per regolare i rapporti di lavoro occasionali”.
Coldiretti segnala che si tratta di una tipologia di rapporto in grado di completare il mercato del lavoro agricolo in quanto potranno accedervi pensionati, studenti, disoccupati e inoccupati, percettori di Naspi, Reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno. Darà vita – osserva l’associazione – a tutti gli effetti a un rapporto di lavoro subordinato agricolo con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo in un arco temporale di durata del rapporto di dodici mesi.
Il salario corrisposto secondo i parametri della contrattazione collettiva sarà inoltre esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico e sarà computabile ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno in caso di soggetti extracomunitari. La contribuzione versata sarà infine utile ai fini di eventuali successive prestazioni previdenziali, assistenziali e di disoccupazione, anche agricole.
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