Nel Consiglio dei ministri che ha varato la Legge di bilancio sono state approvate anche delle misure di natura fiscale per il 2024, a partire dalla proroga del taglio del cuneo per i redditi da lavoro dipendente fino a 35.000 euro, passando per l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef e l’ampliamento della no tax area fino a 8.500 euro, per arrivare alle deduzioni per le assunzioni a tempo indeterminato da parte delle imprese, che possono raggiungere il 130% nel caso di contratti per mamme, giovani, disabili ed ex percettori di Reddito di cittadinanza.
Abbiamo chiesto un commento a Nicola Rossi, professore di economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e membro del cda dell’Istituto Bruno Leoni, secondo cui nella manovra c’è “una piccola novità, certamente positiva, rispetto alle attese della vigilia: il fatto di non aver allentato eccessivamente le maglie per quel che riguarda i pensionamenti anticipati. Una novità che va nella direzione della prudenza e della responsabilità”.
Il passaggio forse più “innovativo” è la riduzione delle aliquote Irpef, il primo passo della riforma fiscale.
Credo che non ci si potesse aspettare che la riforma venisse attuata in toto immediatamente. Per cui l’accorpamento delle prime due aliquote mi sembra un punto di partenza ragionevole e anche un segnale sull’importanza che si intendere attribuire al cambiamento del sistema fiscale.
Questa riduzione delle imposte, però, è stata finanziata per un solo anno.
È noto che si riesce a incidere maggiormente sui comportamenti delle famiglie e delle imprese se vengono prese decisioni strutturali. È chiaro, quindi, che l’accorpamento delle aliquote per un solo anno lascia un margine di incertezza che può pregiudicare gli effetti positivi per l’economia che questa misura intende sprigionare. Per questo ritengo che sia opportuno e importante, non appena sarà possibile, dare stabilità a quello che si è deciso, chiarendo che non si farà marcia indietro da questo primo passo di riduzione della pressione fiscale.
Anche perché poi l’intenzione è quella di andare oltre…
Proprio così. Credo che in ogni caso la cosa fondamentale sia aver mosso il primo passo e ora bisognerà dare certezza sul fatto che non si tornerà indietro. Dopodiché sarà opportuno fornire anche un’indicazione su quelli che potranno essere i passi successivi. Questo permetterebbe a famiglie e imprese di organizzarsi e costruire i propri piani di consumo e di investimento.
In questo senso con la Legge di bilancio si sono voluti dare anche dare dei segnali mirati a favore delle famiglie con figli.
Su questo fronte è utilissimo che venga ridotto il peso che i figli hanno su ogni famiglia, ma bisogna anche essere coscienti che la scelta di averne o meno non è esclusivamente una questione monetaria. La parte non monetaria può essere affrontata solo dando una prospettiva al Paese. Non è un tema che può essere affrontato da una Legge di bilancio.
Nelle scorse settimane si era parlato di interventi sulle tax expenditures, utili anche per reperire risorse da destinare alla riduzione delle aliquote Irpef. Nella manovra, però, sembra esserci solo l’innalzamento della franchigia relativa alle spese sanitarie detraibili da 129,11 a 260 euro per i redditi sopra i 50.000 euro.
La modalità scelta chiarisce quanto questo tipo di intervento sia complesso. Nel senso che piuttosto che selezionare singole spese fiscali per azzerarle, come in molti casi onestamente sarebbe quasi doveroso fare, onde evitare le resistenze politiche che questo avrebbe determinato si è scelta una strada diversa, cioè il taglio orizzontale di una spesa fiscale. Naturalmente il risultato è certamente inferiore a quello che ci si poteva aspettare, ma il passo è ancora una volta nella giusta direzione.
Cosa pensa invece delle misure fiscali relative alle imprese?
Da quello che ho potuto leggere finora non ho visto particolari novità. A parte forse l’adozione di una serie di provvedimenti previsti dalla delega fiscale, come il concordato preventivo biennale, che attengono al rapporto fisco-contribuente e vanno nella direzione di una semplificazione di tale rapporto.
Dal 1° gennaio sarà introdotta la global minimum tax per le multinazionali. Cosa ne pensa?
Era noto da tempo che sarebbe stata introdotta, non si tratta di una novità. Sono curioso di capire quale sarà effettivamente il gettito che produrrà.
Per le imprese sono stati previsti anche degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, rafforzati nel caso di contratti riguardanti alcune categorie di persone…
Troverei una qualche giustificazione nel caso in cui si intende rendere più facile il ricollocamento o l’ingresso nel mercato del lavoro degli ex percettori del Reddito di cittadinanza cosiddetti occupabili. Tuttavia, gli incentivi alle assunzioni hanno già mostrato in passato di non essere molto efficaci. Sempre meglio, secondo me, abbattere le aliquote e poi lasciare alle famiglie e alle imprese la libertà di decidere come utilizzare i maggiori gradi di libertà di cui dispongono che non indicare loro la direzione verso cui andare, semplicemente perché spesso e volentieri lo Stato non ha le informazioni sufficienti per fornire tali indicazioni.
Il Governo ha pensato anche alle partite Iva, prevedendo l’avvio, per quelle con fatturato fino a 170.000 euro, della rateizzazione dell’acconto di novembre. Qual è il suo giudizio in merito?
Anche questa è una misura positiva, soprattutto perché segnaletica della volontà di invertire la tendenza rispetto al fisco esclusivamente punitivo che abbiamo conosciuto per 20-25 anni, i cui risultati sono stati francamente non particolarmente brillanti.
(Lorenzo Torrisi)
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