Il Governo è pronto a calare novità nella prossima Manovra, in attesa del via libera questa sera in CdM, in merito al cashback: il meccanismo immaginato dal Pd e dal Mef per premiare chi fa acquisti con sistemi di pagamento tracciabile (carte e bancomat) dovrebbe prevedere nella Finanziaria una possibile detrazione su spese dal parrucchiere, dall’idraulico e nei ristoranti. In generale, lo sconto per chi paga con le carte dovrebbe valere per tutti quei circuiti dove vi è rischio forte di evasione e dovrebbe essere collegato alla Manovra che sta per essere inviata a Bruxelles per la prima revisione ufficiale; secondo quanto riporta il Messaggero, si sta riflettendo nella maggioranza se approntare la detrazione al 10% o al 19% come per tutti gli altri sconti fiscali. Da ultimo, si valuta anche l’ipotesi di legare tutte le detrazioni oggi presenti (dallo sport dei figli fino ai funerali) sempre ai pagamento elettronici. Come spiega invece l’Ansa è in arrivo nella Manovra anche la “plastic tax”, collegata al Decreto Clima: «tassa su imballaggi e contenitori di plastica, sarebbe in discussione l’aliquota che potrebbe essere superiore a 0,2 euro al Kg su cui si era ragionato inizialmente».



VERTICE MANOVRA: 3 MILIARDI PER IL CUNEO FISCALE

Un vertice notturno concluso a Palazzo Chigi dopo le 3 ha rimesso in discussione alcuni punti della Manovra Economica 2020: il Governo riunito con tutti i capi delegazione di Pd, M5s, Italia Viva e LeU ha concordato con il Premier Conte i dettagli per chiudere la Finanziaria da inviare nelle prossime ore a Bruxelles dopo il via libera pare già questa sera nel Consiglio dei Ministri. Presenti al vertice oltre a Conte e al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, anche Franceschini (Pd), Roberto Speranza (LeU) e Teresa Bellanova (Italia Viva), mentre per il M5s era presente Riccardo Fraccaro e non Luigi Di Maio. Consenso su cuneo fiscale e decreti legati alla neutralizzazione dell’aumento Iva, per nulla concordi invece i partiti di maggioranza su Quota 100 con il pressing di Renzi che fino all’ultimo ha richiesto con forza che venisse abolita completamente la riforma pensionistica approvata da Salvini e Di Maio nel precedente Governo Conte. Andando con ordine, il primo punto approvato è il cuneo fiscale e i fondi stanziati: passano da 2,7 a 3 i miliardi che il Governo promette verranno spesi per il taglio delle tasse sul lavoro con immediato alleggerimento del fisco sulle buste paga dei cittadini lavoratori dal 2020. Non c’è ancora l’intesa tra il collegamento del salario minimo al taglio del cuneo fiscale, con il M5s che spinge e il Pd che invece ha frenato durante il vertice-fiume di Palazzo Chigi.



MANOVRA, IL MURO DI DI MAIO SULLA QUOTA 100

Si studia inoltre per inserire nella Manovra di Bilancio 2020 anche un “piano famiglia” che possa, tramite apposita legge delega, far confluire risorse per bonus famiglia e azzeramento rette sugli asili nido: sfumata l’ipotesi di un assegno unico per i figli, il Governo giallorosso spinge per inserire comunque in Manovra un pacchetto di “bonus” che possano rendere meno pressante l’impatto dell’impegno economico per le famiglie italiane. Dove però sono saltati i “nervi” alla maggioranza è sulla Quota 100: Renzi la vuole abolire, il Pd “tentenna” mentre il M5s fa muro con Di Maio che impone a Fraccaro di non far uscire una Manovra che tagli il lavoro compiuto lo scorso anno. Luigi Marattin e Matteo Renzi prima del vertice di Governo hanno fatto sapere che l’attuale riforma pensionistica «è la politica più ingiusta degli ultimi 25 anni». Italia viva vuole strutturare meglio l’Ape Sociale e liberare fondi per l’assegno unico per i figli, ma il M5s fa netta opposizione «Quota 100 non si tocca. E’ una misura sperimentale che scade nel 2021 e come tale va portata a termine senza fare modifiche. Con i sindacati mi sono impegnata espressamente ad avviare subito un confronto su come rendere il nostro sistema pensionistico più equo. Lo faremo e proprio per questo le cose restano come stanno», ha spiegato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo. Secondo l’Agi, il Premier Conte potrebbe mediare tra le varie sponde proponendo quanto già emerso nei giorni scorsi, ovvero la rimodulazione delle finestre d’uscita per la Quota 100.

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