Tiziana Morandi, meglio conosciuta come la “Mantide della Brianza“, non ha patologie psichiatriche ma, piuttosto, una “tendenza alla menzogna e alla manipolazione”, una “spregiudicata lucidità”, una “pervasiva capacità criminale”: questo è quanto si legge nelle motivazioni della sentenza che ha condannato a 16 anni e 5 mesi la donna. La 49enne adescava le vittime o sui social o dal vivo, nella zona della Brianza, e le stordiva con benzodiazepine. Queste hanno dai 27 agli 84 anni e sono nove: Tiziana Morandi si è difesa per ciascuno dei nove casi, dando giustificazioni assurde che non hanno convinto i giudici.
A Storie Italiane, un uomo anziano racconta come la donna abbia drogato e poi derubato lui e il figlio disabile: “Eravamo in giardino. È venuta dentro e ha fatto la camomilla ma lei non l’ha bevuta, l’abbiamo bevuta solo io e Oscar. Ci siamo accorti subito che qualcosa non andava. Mi girava la testa. Mi sono allungato sul divano e poi mi sono svegliato con l’ambulanza che mi visitava. La dottoressa mi ha detto ‘Ma quanta droga ha preso?’. Mi sono accorto che mi mancavano la catenina e altre cose. La signora mi diceva che faceva l’infermiera, era vestita provocante. Mio figlio disabile l’ha trovata sul sagrato della chiesa e ha detto che stava vendendo dei giocattoli e l’ha portata a casa”.
I giudici: “Lucidità e abilità nella menzogna”
Parlando della storia di Oscar e Giuseppe, la “Mantide della Brianza” ha raccontato che sarebbe stato proprio il figlio disabile ad adescarla, chiedendole di aiutarlo a liberarsi del padre. Da qui, secondo l’inviata di Storie Italiane, si potrebbe aprire una nuova inchiesta per calunnie. Come si legge ancora nella sentenza “merita sottolineare la lucidità e l’abilità nella menzogna dimostrata dall’imputata”, una “tendenza alla menzogna e manipolazione che, lungi dal radicarsi su una qualsivoglia patologia o disturbo di natura psichiatrica, disvela invece la sua pervasiva capacità criminale”.