Il professor Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Rozzano, è stato intervistati oggi da Repubblica per analizzare la situazione attuale del covid, a cominciare dalla ‘bomba Cina’: “E’ preoccupante? Sì, lo è perché le stime epidemiologiche indipendenti non sono coerenti con quello che viene dichiarato da quel Paese. Tutta la comunità scientifica pensa che non siano credibili, ad esempio, i dati di mortalità che vengono diffusi. Il punto è che i loro vaccini sono meno efficaci. Una nostra ricerca, coordinata da Maria Rescigno, ha valutato 7 vaccini in quattro Paesi diversi. Quelli cinesi testati nello studio non hanno la stessa capacità di indurre gli anticorpi di quelli basati sull’Rna messaggero”.



Le preoccupazioni maggiori riguardano le nuove varianti, per cui Alberto Mantovani sottolinea: “Nessuno di noi è in grado di dire se ne nasceranno di più aggressive. Dobbiamo preoccuparci per ciò che circola in Cina ma vorrei sottolineare che lo stesso discorso vale per l’Africa, di cui ora non si parla. Rientro da un viaggio in tre Paesi di quel continente con “Medici con l’Africa Cuamm” e la situazione è difficile. La popolazione è più o meno la stessa della Cina e la copertura vaccinale è bassissima. Di buono c’è che lì il virus ha circolato e la popolazione è giovane. Ma in generale, se c’è un’ampia fascia di cittadini non coperti e si verificano tanti casi possono nascere varianti”. C’è però una notizia lieta in tutto ciò: “I vaccini sono efficaci per contrastarle”. E ancora: “Dati molto recenti usciti su New England dicono che i nuovi vaccini bivalenti inducono anticorpi che intercettano le varianti nuove, inclusa XBB. Stessa cosa vale per i linfociti T. Il messaggio che ne ricavo è che dobbiamo continuare a “marcare stretto”, in vecchio linguaggio calcistico, l’evoluzione del virus dal punto di vista virologico e immunologico, senza allarmismi”.



MANTOVANI: “SOLO IL 30% DEI FRAGILI HA FATTO LA QUARTA DOSE”

Alberto Mantovani ha quindi rivolto un consiglio al governo e agli scienziati: “A me spiace un po’ che si continui a dare il messaggio che quella contro il coronavirus è una quarta dose e basta. In realtà è più di un richiamo perché il respiro della risposta immunitaria che produce il bivalente è in grado di intercettare anche nuove varianti. Bisogna insistere sulla necessità di fare il vaccino”. Purtroppo i dati di adesione sono molto bassi ed è per questo che Alberto Mantovani si dice: “Preoccupato. Solo il 30% dei fragili ha fatto il secondo booster con il bivalente, e per il 70% dei settantenni e l’81% dei sessantenni senza la somministrazione. Io dico a tutti: ci sono buoni motivi immunologici per richiedere il vaccino. Questo messaggio non viene posto con abbastanza forza. Ribadisco: è come avere un nuovo strumento, gli anticorpi vedono varianti che non sono nel vaccino. E ci sono anche altri aspetti positivi”.



In ogni caso per Mantovani è stato “ragionevole” togliere il tampone in uscita dopo il covid “Sono anche d’accordo sul fatto che il test negativo resti necessario per il personale sanitario e che in ospedali e ambulatori vada sempre indossata la mascherina”. In conclusione l’immunologo invita la popolazione a comportarsi: “In modo responsabile, come si fa ormai lo sappiamo tutti. Un esempio? Ieri sera sono andato al cinema e ho indossato la mascherina. L’ho fatto non tanto per proteggere me stesso ma perché non so chi ho seduto al mio fianco. Dobbiamo proteggere i fragili”.