Manuel Agnelli, dall’album da solista al “rapporto” con gli Afterhours: “Non ci stiamo sciogliendo…”
Ha fatto la storia della musica italiana e in particolare del rock, prima con gli Afterhours e poi da solista: Manuel Agnelli si è raccontato in un’intervista rilasciata per Il Messaggero. “Tutta la mia vita è stata una pazzia totale e non sono un grande fan di me stesso”, inizia così l’artista che il 17 luglio sarà all’Ippodromo delle Capannelle per l’evento Rock in Roma. “Se ascolterete i brani del mio primo album come solista? Sì, ma interpreterò anche canzoni degli Afterhours… Li sento molto miei anche perchè li ho scritti pensando a persone che avevo conosciuto”. Proprio in riferimento alla band, Manuel Agnelli si è pronunciato rispetto al possibile scioglimento. “Sette anni dall’ultimo album? Non ci stiamo sciogliendo però non abbiamo neanche progetti imminenti. E’ un duro lavoro tenere insieme i bisogni di tutti. Considero tuttora gli Afterhours il progetto più importante della mia vita”.
Tornando alle parole di inizio intervista, Manuel Agnelli ha raccontato a Il Messaggero cosa precisamente non ama di sé. “Gli stessi difetti che vedo negli altri li vedo anche in me stesso: la non accettazione dei propri limiti, della mediocrità. Quello che la gente scambia per ambizione in realtà è frutto del continuo bisogno di dimostrarsi migliore di quello che sono…“. L’artista ha poi aggiunto come lavora sui suoi difetti e limiti: “La curiosità mi salva: oltre alla musica, faccio radio, televisione, teatro. Più che un eterno insoddisfatto, sono un onnivoro”.
Manuel Agnelli, da “Lazarus” di David Bowie all’opportunità di X Factor
Nel prosieguo dell’intervista Manuel Agnelli si è pronunciato sulla figura di David Bowie, l’artista che in un certo senso è stato per lui fonte di stimolo continua come dimostra “Essere David Bowie”. “…Cantare David Bowie è difficilissimo perché lui era molto asciutto e al tempo stesso emozionante. Però dopo 66 repliche e la gratitudine del pubblico, mi calmo e cerco di riflettere su quello che mi sono portato a casa”. L’artista ha poi aggiunto: “Cosa ho imparato? Che posso finalmente avere il coraggio di lavorare sulla zona di comfort che invece mi ero sempre negato; la tessitura e l’estensione vocale di Bowie sono molto simili alla mia, quindi diciamo che, cantando Bowie, sono finalmente riuscito ad essere me stesso…“.
Manuel Agnelli – sempre nell’intervista per Il Messaggero – si è soffermato sulla complementare esperienza di interpretare “Lazarus” l’opera di David Bowie scritta poco prima della sua morte. “Newton, il personaggio inventato da Bowie, ed io siamo in realtà molto simili; ci sono temi che mi appartengono: l’invecchiamento, la perdita dell’amore…”. Verso la conclusione dell’intervista, il frontman degli Afterhours spende anche qualche parola rispetto alle “critiche” per la sua partecipazione ad X Factor. “Una pericolosa deviazione? Se non avessi fatto il giudice a X Factor probabilmente non sarei neanche stato scelto per fare Lazarus. Quell’esperienza mi ha dato più popolarità e alla fine più libertà di scelta. Ho accettato perché ero stanco del mio mondo, soffrivo di claustrofobia…”