Lo studio de La Volta Buona ha oggi accolto Manuel Bortuzzo; motivo d’orgoglio italiano per i successi sportivi ma anche protagonista di una storia oltremodo tragica. Il nuotatore, ferito in maniera fortuito da un colpo di pistola, è costretto su una sedia a rotelle e da allora ha rivoluzionato la sua vita. “Io ero appena entrato nel giro della nazionale, mi allenavo con i campioni del mondo, campioni olimpici, e stavo preparando il Mondiale successivo. La vita però è fatta anche di cose brutte, può cambiare da un momento all’altro…”. Questo il racconto dello sportivo a proposito dell’incidente, per poi aggiungere: “Sono stati pochi i millimetri che mi hanno diviso dall’essere qui e la morte, nella sfortuna sono stato fortunato e mi ha permesso di vivere ancora tante altre gioie ed esperienze incredibili”.



Inevitabile che l’incidente cambiasse la vita di Manuel Bortuzzo che, con le sue parole, veicola sempre messaggi meravigliosi all’insegna della rinascita e della volontà di andare oltre gli ostacoli che spesso la vita ci pone. “La mia vita è cambiata, inizialmente pensavo in modo tragico, però poi se impari a dare valore alle cose vere della vita e alle cose care che ci sono ancora allora lì puoi solo che sentirti fortunato. Quando ho iniziato a vedere le cose in maniera positiva? Ho avuto una grande fortuna, grazie alle persone che avevo accanto, la mia famiglia e la fidanzata del tempo Martina”. Lo sportivo ha poi dedicato un pensiero d’amore in particolare per la sua mamma, presenza costante nella sua vita non solo nel merito dei successi sportivi: “Mia mamma è la prima persona che chiamo quando ho bisogno di qualche consiglio, è l’unica persona forse a cui interessa davvero solo il mio bene. Lei c’è sempre, ed è una grande emozione come se fosse sempre la prima volta”.



Manuel Bortuzzo a La Volta Buona: “Ho ottenuto giustizia dopo l’incidente…”

Prosegue il racconto di Manuel Bortuzzo a La Volta Buona ponendo l’accento sulle reazioni della famiglia dopo l’incidente: “La mia famiglia ha reagito in maniera esemplare, hanno mantenuto sempre la calma e lasciato correre la giustizia; anche nel mio percorso non mi hanno mai fatto pressioni, hanno cercato sempre di esserci mantenendosi un passo indietro”. Tornando sulla sera dell’incidente, lo sportivo ha spiegato: “Cosa ricordo di quella notte? Tutto in maniera perfetta finché non sono entrato in coma. Sul momento non senti il dolore della pallottola, l’adrenalina è a mille, non è come nei film. Lì devi essere davvero fortunato, io sono stato colpito in un punto pericoloso, all’altezza del costato. Le gambe non c’entrano nulla, il colpo si è conficcato nelle vertebre e da lì si è creata una lesione”.



Manuel Bortuzzo ha ricostruito gli step, principalmente psicologici, necessari per affrontare la vita con coraggio e brio dopo il terribile incidente: “La cosa più difficile è stata l’accettazione mentale; i limiti fisici si possono superare, ma le vere difficoltà sono di tipo psicologico o il non sentirsi all’altezza di determinate situazioni. Bisogna saper accettare tutti i piccoli limiti mentali”. Lo sportivo – sempre a La Volta Buona – ha poi aggiunto: “Ho avuto la fortuna che la giustizia si è mossa in fretta, gli autori di quello che è successo sono adesso in carcere e io sono riuscito a farmi una nuova vita. Se qualcuno mi ha mai chiesto scusa? No, mai avuto contatti con loro o persone a loro vicine; ma anche se fosse la mia condizione rimane questa”.