Il giovane nuotatore Manuel Bortuzzo nella notte tra il 2 ed il 3 febbraio 2019 è rimasto coinvolto in una brutta sparatoria all’Axa, periferia di Roma, in seguito alla quale il giovane è costretta a muoversi su una sedia a rotelle. La sua è una storia di forza e di tanto coraggio e lo stesso ragazzo, oggi uno dei protagonisti del Grande Fratello Vip, ha spesso condiviso con i suoi coinquilini il racconto di quei momenti che per lui saranno ormai indimenticabili.



Dopo essersi ritrovati in giardino, Manuel ha raccontato all’amico Aldo Montano, a Nicola Pisu, Sophie, Alex e Lulù i momenti concitati subito dopo essere stato colpito da un colpo di pistola. Quando accaduto, ovviamente, gli è stato poi riferito: “Con me c’era il mio grande amico Ale che credo sia stato il ragazzo che alla fine mi ha salvato la vita, perché nel momento in cui mi hanno sparato, la polizia che era già lì dopo essere stata chiamata in seguito alla rissa, quando è venuta hanno fatto il test della pupilla ma non reagivo”. Per tale ragione la prima cosa che gli fu detta al suo amico è stata “è morto”. L’amico, sotto choc ed incredulo, gli si sarebbe messo sopra a cavalcioni: “mi ha preso per 30 minuti a schiaffi in faccia perché vedeva che con gli occhi mi stavo spegnendo”.



Manuel Bortuzzo ed il racconto choc della sparatoria

Manuel Bortuzzo deve tanto al suo amico Ale, che è rimasto sempre al suo fianco, dopo la sparatoria, fino all’arrivo dell’ambulanza. Il giovane ha poi proseguito spiegando che al suo arrivo in ospedale gli furono riscontrati “costole rotte, polmoni perforati, ero per terra in una pozza di sangue”.

Nei momenti in cui si consumò la drammatica sparatoria, come ha ricordato Bortuzzo, “diluviava”. Inizialmente al suo fianco c’era solo la fidanzata dell’epoca. Successivamente l’amico avrebbe preso la ragazza portandola in auto “perché era sotto choc, non respirava, non capiva niente”. I suoi genitori si trovavano a Treviso quando avvenne l’incidente e, secondo il racconto di Manuel, furono allertati alle sei del mattino dagli uomini della Guardia di Finanza. Il nuotatore ha riferito ciò che gli fu detto dai medici sui minuti concitati passati in sala operatoria: “Non sapevano più che fare per salvarmi”, tra emorragie e tamponamenti vari. Secondo Manuel il suo fisico, grazie al suo sport, sarebbe stato “avvantaggiato” in quanto predisposto allo stress ed alla sopportazione.