Manuel Bortuzzo tornerà a camminare? Senza dubbio è ciò che spera in primis il giovane, così come la sua famiglia e tutte le persone che conoscono la sua storia. Il nuotatore ha perso l’uso delle gambe, ma non la voglia di combattere. I medici peraltro gli hanno lasciato uno spiraglio per sperare. Infatti, dopo l’incidente del 2019, quando fu sparato per sbaglio e finì in ospedale, il direttore del Centro Spinale della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma, dove cominciò un percorso di neuroriabilitazione, parlò pubblicamente, come riportato da Fanpage, di una tecnica innovativa messa a punto dal professor svizzero Gregoire Courtine, che consentirebbe a pazienti come Manuel Bortuzzo di tornare a camminare.
Si tratta del neurochirurgo che con la collega Jocelyne Bloch ha realizzato il metodo della stimolazione elettrica della regione del midollo spinale, un sistema sviluppato con l’università di Losanna che prevede l’inserimento di elettrodi nella colonna vertebrale per stimolare la ragione del midollo spinale, attivando i muscoli del tronco e delle gambe, quindi attivando il movimento. Non è chiaro però se sia quella a cui faceva riferimento proprio il professor Marco Molinari. (agg. di Silvana Palazzo)
Manuel Bortuzzo dopo l’incidente: in futuro potrà tornare a camminare?
Manuel Bortuzzo potrà un giorno tornare a camminare? Dopo la partecipazione al Grande Fratello Vip, la giovane promessa del nuoto italiano è protagonista in prima serata su Rai1 del film tv “Rinascere” dedicato proprio alla sua terribile storia. E’ il 2 febbraio del 2019 quando Manuel si reca al distributore di sigarette insieme alla fidanzata Martina. Sono felici e innamorati e lui non immaginava minimamente cosa sarebbe successo qualche secondo dopo quando Daniel Bazzano e Lorenzo Marinelli in sella a uno scooter, gli sparano alle spalle. Proprio Bortuzzo nella casa del GF VIP ha raccontato quel tragico momento: “la prima persona che hanno beccato ero io, hanno sparato alla prima persona che hanno beccato ero io che compravo le sigarette alla macchinetta di quella piazza. Il primo colpo non mi ha preso alle gambe o alla schiena, ma è entrato dal petto, ha spaccato due costole, ha perforato i polmoni. L’altro è passato a 12 millimetri dall’aorta addominale”.
Non solo, l’ex gieffino ha proseguito il suo racconto dicendo: “se l’avesse presa sarei andato via in pochi secondi. Tutto è successo in un Irish pub di Ostia. Non ho sentito male, è accaduto tutto così di colpo che all’inizio nemmeno capivo…”. Quell’incidente ha cambiato per sempre la sua vita personale, ma anche sportiva.
Manuel Bortuzzo “Tornare a camminare? Si tratta di un lavoro quasi impossibile ma…”
Dopo l’incidente Manuel Bortuzzo vive su una sedia a rotelle. Un durissimo colpo per la giovane promessa del nuoto italiano che in diverse occasioni si è soffermato a parlare sul suo futuro rivelando alcune recondita possibilità di poter ritornare a camminare nonostante la lesione al midollo osseo. Una speranza riaccesa anche dai medici con cui Bortuzzo si è confrontato tantissime volte con l’ex nuotatore che ha raccontato: “qualcosa si può riprendere. Essendo il midollo una cosa molto complessa, non è facile. Tu devi immaginarti una roba con miliardi di filamenti e connessioni, io molti li ho tranciati, ma alcuni sono ancora collegati. Le cure per tutti i collegamenti sono quasi impossibili da pensare. Tu per potermi curare dovresti prendere tra i miliardi di filamenti quelli giusti e collegarli. Filamento A e filamento A e unirli e così con tutti gli altri. Dovrebbe tutto essere collegato in modo perfetto”.
Manuel è consapevole che non è una cosa facile: “si tratta di un lavoro quasi impossibile. Però nonostante ci si questo problema, il corpo umano è portato al recupero, non a morire. Si può creare qualcosa che aggiri il problema periferico. Quindi servono soltanto alcune cose basilari. Il collegamento per dare il grado giusto di flessione del ginocchio per far reggere le gambe. Poi serve un pò di movimento alla coscia e al quadricipite. Potrò recuperare quello che si è salvato. Per altre cose minori bisognerà agire in modo esterno con degli interventi. Fino a che posso, che son vivo io mi impegnerò. Non dirò di non fare le operazioni. I medici con me sono stati chiari su cosa potrò recuperare. Se fosse ‘no, è impossibile’, me l’avrebbero detto”.