A I Fatti Vostri la splendida favola di Manuel Bragonzi, ragazzo italo-cileno che all’età di 5 anni decise di andare a vivere nel bosco, scappando da una situazione di estrema violenza: “Vivevo in Cile in un villaggio sperduto – ha raccontato in diretta tv – un villaggio di contadini ubriachi dalla mattina alla sera, molto violento, e in questa violenza è morta mia mamma, fu ammazzata da un contadino che poi ho scoperto essere mio nonno. Ho vissuto con lui per due anni ed ho subito violenze e decisi di scappare dal villaggio e di andare a vivere nel bosco. Quando son scappato ricordo molto bene, stavo giocando con dei fiammiferi, per un caso fortuito diedi fuoco a dei vestiti e da lì incendiai il villaggio. Dopo questo accadimenti scappai e andai nel bosco”.



Poi ha proseguito il suo racconto dicendo: “Il cibo? Mangiavo ciò che mi dava la natura, rubavo mele, angurie, e poi grazie ad un cacciatore che ho incontrato mi son costruito una fionda e ho iniziato a cacciare i passeri. Il momento più difficile è stata la vita nel villaggio, nel villaggio non ero nessuno mentre nel bosco ero come la natura. Giocavo con i passeri saltando da un albero all’altro, poi una volta caddi e mi ruppi il braccio. C’erano dei ragni velenosi che ammazzavo prima di caricarmi. Io dormivo sotto un albero che avevo scelto, era il mio albero, c’era un legame molto forte con la natura. Riuscivo a percepire tutto, questa bellezza è entrata dentro di me”. Manuel Bragonzi ha quindi raccontato ancora la violenza subita: “Prima della fuga nel villaggio ero vessato da tutti, a cominciare da mio nonno che mi frustava tutte le mattine, non mi dava da mangiare, poi subivo violenza dai ragazzi più grandi, venivo maltrattato da tutti. Ho visto delle morti violente, e conoscere la morte da piccolo ti lascia un segno che mi porto dietro ancora oggi. Mio nonno non mi ha mai cercato, i bimbi erano lasciati a loro stessi, forse non mi voleva, non so. Rimasi nel bosco tranquillamente, ogni tanto tornavo nel villaggio ma subivo sempre qualcosa e quindi tornavo nel bosco”.



MANUEL BRAGONZI: “VENNI PORTATO IN UN ORFANOTROFIO E CONOBBI I MIEI GENITORI”

Un giorno Manuel Bragonzi venne catturato dalle forze dell’ordine e portato in un orfanotrofio: “Un giorno vidi la macchina dei carabinieros, mi presero e mi portarono da mia nonno, perchè forse li aveva chiamati lui, e poi mi hanno portato nell’orfanotrofio. Ricordo tanti bimbi urlanti in un unico posto che giocavano fra loro, io mi isolavo e giocavo con formiche e lucertole, non ero più libero, mi mancava tantissimo la mia vita. Un giorno arrivò una coppia e vidi per la prima volta i miei genitori, erano tesi, poi ci siamo abbracciati e coccolati. In quell’abbraccio mi sono sentito figlio, non lo ero praticamente mai stato, non sapevo di aver bisogno dei genitori, da subito iniziai a chiamarli mamma e papà. Poi arrivai in Italia”.



E ancora: “Sono tornato in Cile a 12 anni con i miei genitori, ero a disagio per la mia nuova condizione, forse era un po’ troppo presto. E’ stato bello tornare ma ero a disagio”. Oggi Manuel Bragonzi aiuta i ragazzi che come lui hanno avuto un passato difficile: “Oggi aiuto ragazzi adottati, giro l’Italia da dieci anni, da tre anni ho fondato un’associazione che aiuta famiglie e i ragazzi. Sto pensando di tornare a vivere in un bosco – ha concluso – sono andato a vedere l’altro giorno un terreno dove poter costruire un edificio, per me ma anche per aiutare i ragazzi”.